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Il capitano: «Non ci siamo stufati di Capello». Il tecnico: vinciamo

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Del Piero che ha i soliti occhi da furbetto mentre dice che «quando vedo Ibrahimovic e Trezeguet fare i fenomeni, come sabato a Roma, tifo per loro. Io vesto la maglia della Juve, l'importante è che siamo noi a vincere. Sia chiaro comunque che la mia autostima e la consapevolezza nei miei mezzi va oltre lo scarso minutaggio di alcune partite». Questa è la Juve, volenti o nolenti. E, comunque, stasera (Sky Sport 1, ore 20.45) Del Piero sarà in campo al posto dello squalificato Ibrahimovic nel penultimo turno del girone eliminatorio di Champions League: basterà un pareggio per far sì che la truppa bianconera acceda agli ottavi di finale, ma Capello è stato chiaro nel dire «che noi al segno ics manco ci pensiamo». Vincere è meglio, insomma. Anche perché in Europa ogni vittoria frutta un bel gruzzolo alle casse societarie (320.000 euro) e sono soldi che servono poi anche a portare a termine operazioni come quella di Vieira della scorsa estate. Don Fabio non farà sconti. «Niente turnover, la partita è fondamentale. Nedved riposerà al momento giusto, valuteremo quando. Ma adesso sta bene, a Roma ha segnato anche un gran bel gol e mi sembra stia attraversando un ottimo momento psicofisico». La partitella di ieri pare confermare che scenderà in campo la Juve migliore, con Zambrotta a destra e Chiellini a sinistra, centrocampo solito con Emerson e Vieira, Trezeguet a far coppia con il Pinturicchio ritrovato. Sempre a caccia, quest'ultimo, del gol numero 40 in Europa. Capello osserva e prende nel frattempo atto delle voci che lo darebbero corteggiato da alcuni squadroni europei tra cui Manchester United e (di nuovo) Real Madrid: «Però non ricominciamo con tormentoni tipo la triade che va a Milano da Berlusconi. Il mio contratto con la Juve scade nel 2007 e di sicuro c'è solo il fatto che qui sto benissimo. Poi, ho sempre detto che mi piacerebbe un'esperienza all'estero e che l'Inghilterra è un paese che mi affascina: ma è un discorso del tutto prematuro». Ieri è stata anche la giornata di Giraudo, intervistato da «Radio anch'io lo sport» in collegamento dall'Aula Magna dell'Università di Torino. Ha parlato di tutto, l'amministratore delegato bianconero, da Cassano («siamo a postissimo con gli attaccanti che abbiamo») al futuro della società: «Non deve diventare una telenovela. Io ho lavorato tantissimi anni in questo gruppo, prima nella Fiat e poi nella Juve: troveremo sempre la miglior soluzione. Non so se il futuro sarà di un Agnelli o di un Elkann: la famiglia è cresciuta come generazione, sarà ancora il futuro di questo club». Quasi a stretto giro di posta, è arrivata la risposta di Andrea Agnelli, figlio di Umberto e Allegra, da più parti indicato come prossimo consigliere di amministrazione della società bianconera: «Questa dirigenza è la migliore possibile in assoluto, sia dal punto di vista sportivo che da quello economico-finanziario. Però la Triade è vicina alla scadenza ed è quindi normale che si parli del suo futuro. Giraudo sa perfettamente che la proprietà, io in particolare, lo stima come manager e come persona: la fiducia è totale».

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