RUGBY: SECONDO TEST-MATCH
Difficile non pensare ai tesori di palloni perduti per errori manuali e di attenzione soprattutto da due uomini-chiave, Pez e l'estremo Galon, autore di errori di gestione dell'ovale troppo pesanti a questi livelli. Il punteggio finale 22-39 respinge l'assalto azzurro al gotha delle prime dieci del rugby mondiale, tra le quali resta saldamente l'Argentina che a Genova vendica la sconfitta subita in estate per mano dell'Italia con una partita di sano realismo che sfrutta al meglio i regali avversari. La partita azzurra comincia subito in salita: all'8' un grave errore di placcaggio di Pez regala all'esordienti Tiesi una meta in prima fase che grida vendetta. A questi livelli concedere l'uno contro uno significa essere puniti duramente, e gli argentini non fanno sconti. Per i primi 20 minuti il gioco vive fasi alterne ma il piede di Contepomi porta i punti argentini ad 11. Dal 22' parte la rimonta azzurra con i calci piazzati di Pez che fanno da preludio alla bella meta di Canale lanciato dallo stesso Pez con uno splendido off-loud sulla linea del vantaggio: la trasformazione dell'apertura azzurra regala il sorpasso all'Italia, 13-11. I pumas rispondono ancora con tre punti di Contepomi e, al 37', un grave errore di piazzamento della difesa azzurra concede a Leonelli la meta sulla bandierina. Un calcio di Pez chiude la prima frazione sul 19-16 per gli ospiti. La ripresa vede un buon inizio dei ragazzi di Berbizier, ma errori imperdonabili continuano a donare a Contepomi la possibilità di macinare punti. Tra il 42' ed il 54' l'Italia esprime un buon rugby arrivando al pareggio 22-22 grazie a Pez che, almeno dalla piazzola, regala un buon contributo. Raggiunto il pareggio gli azzurri si perdono: nel giro di 4' subiscono due mete in prima fase inspiegabili se non con un calo di tensione. Soprattutto sulla prima segnatura di Stortoni, pesanti le responsabilità dell'estremo Galon, evaporato al momento di chiudere. L'altra meta di Aramburu ed un piazzato di Contepomi definiscono il punteggio sul 22-39. Nel finale gli azzurri si scuotono e cercano di rendere meno pesante il passivo ma la «garra», la grinta, argentina e un'amnesia di Canale che divora una meta fatta negando l'ovale a Galon e Nitoglia in solare superiorità numerica in capo ad un contrattacco dai 22 metri azzurri, negano l'onore di chiudere con una segnatura finale. A Berbizier il duro compito di rimettere insieme i cocci del vaso azzurro in vista della partita di sabato prossimo contro i guerrieri delle isole Fiji.