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Agassi perde e si ritira Nadal lascia

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Anche perché l'unica alternativa (morire giovani) non è incoraggiante. Proprio l'esperienza mi ha consentito ieri, durante la telecronaca dell'incontro tra Andre Agassi e Nikolay Davydenko di realizzare un piccolo «sgub» anticipando che molto probabilmente Agassi, che stava perdendo il suo incontro dopo averlo iniziato piuttosto bene, non avrebbe proseguito il torneo. Agassi ha perduto in due set buttando via gli ultimi punti, poi dopo mezz'ora è puntualmente arrivata la notizia che il campione avrebbe rinunciato agli altri due incontri, avrebbe lasciato Shanghai e sarebbe tornato nella sua Las Vegas. Non voglio accusare Agassi di avere premeditato tutto questo. Uno come lui, che non ha più nulla da chiedere, in prestigio ed in denaro al tennis, non vola fino a Shanghai se non pensa di poter difendere le sue possibilità. Tuttavia quando ha verificato che questo non era possibile non si è preoccupato di considerare i danni che avrebbe procurato all'immagine del torneo ed agli organizzatori, quindi ha salutato tutti, esattamente come aveva fatto nel 1998 ad Hannover, quando dopo aver perso contro Corretja il primo incontro è andato direttamente all'aeroporto. La rinuncia di Agassi ha colpito il Masters un paio d'ore dopo che Rafael Nadal, questa volta senza nemmeno scendere in campo, aveva rinunciato accusando un vecchio problema, una frattura da stress che già l'anno scorso gli aveva fatto perdere una parte della stagione. Ecco dunque, che dopo aver perso prima dell'inizio tre giocatori che si erano qualificati come Safin, Roddick ed Hewitt, il Masters prosegue a quadri decimati con soli tre protagonisti (Federer, Coria e Davydenko) tra gli otto previsti dal regolamento. Gli altri cinque che sono rimasti a Shanghai sono entrati dalla porta di servizio: Ljubicic ha preso il posto di Safin, Gaudio quello di Roddick, Nalbandian quello di Hewitt dopo di che le due riserve, prudentemente convocate, sono entrate in corsa Puerta al posto di Nadal ed infine Fernando Gonzalez per sostituire Agassi. Alcuni di questi inconvenienti sono dovuti alla programmazione di un torneo che, in quanto prova conclusiva della stagione, arriva quando i giocatori sono stanchi ed acciaccati. Tuttavia lasciatemi dire che questi problemi sarebbero più sopportabili se il Masters avesse scelto una formula più tennistica, cioè quella dell'eliminazione diretta. Ciò detto, mi rendo contro di avere trascurato la brillante prestazione del russo Davydenko, uno di quelli che timbra il cartellino tutti i giorni, e che è stato bravo a sfruttare la desuetudine agonistica di Agassi, che non giocava in gara dall'11 settembre. Sorvolo anche sulla curiosa situazione di un giocatore, Puerta, in odore di squalifica per doping, che ha preso il posto di Nadal. Ha perso il derby con Gaudio ma potrebbe ancora vincere il torneo. Credo che su questo aspetto di concentreranno oggi gli altri giornali io mi limito a verificare che la guerra contro il doping, vero o presunto, lo sport non la vincerà mai. R. Tom.

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