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Ecco il Giro d'Italia dei «forzati»

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Lo diciamo praticamente ogni anno, ma ogni volta puntualmente veniamo sorpresi (in meglio) dagli organizzatori, sempre capaci di inventarsi cose buone e giuste per il bene e la gioia degli appassionati. Un Giro bello, senz'altro, e soprattutto duro, durissimo: i ciclisti già sudano freddo al cospetto dell'imponente altimetria della corsa rosa numero 89. Vediamolo nel dettaglio, questo Giro 2006. Si parte il 6 maggio dal Belgio: l'occasione di ricordare la tragedia della miniera di Marcinelle (in cui nel 1956 morirono 136 emigranti italiani) si salda alla consueta fame di ciclismo che anima quelle lande. Il cronoprologo di Seraing sarà la prima passerella, a cui seguiranno tre frazioni in Vallonia. Bravi, Mauro Vegni e Angelo Zomegnan (i responsabili di Rcs Sport che hanno realizzato il tracciato), ad approfittare dei percorsi per proporre alcune delle più importanti côte che animano corse come la Liegi-Bastogne-Liegi. Non semplici frazioni per velocisti, dunque, ma ampio spazio per chi vorrà andare subito all'attacco. Quindi primo giorno di riposo, per un necessario rientro aereo in Italia. Si ripartirà giovedì 11 maggio da Piacenza e alla volta di Cremona, con una cronosquadre, esercizio che al Giro mancava dal 1989, e che sarà breve (38 km), e quindi non inciderà troppo nel risultato. Tappa piatta a Forlì, molto mossa a Saltara, dopodiché si approda al primo arrivo in salita, sulla Maielletta: una scalata più dura di quelle che solitamente punteggiano gli Appennini nella corsa rosa, e un primo scrollone alla classifica è garantito. Ancora un paio di frazioni di transizione (Termoli e Peschici, con insidie che potrebbero respingere i velocisti), poi il secondo giorno di riposo-trasferimento, quindi giovedì 18 cronometro di 50 km a Pontedera. La Livorno-Sestri Levante sarà per sprinter, in teoria, ma in pratica c'è l'ennesima mina piazzata sul percorso (il Passo del Bracco, vicino al traguardo). Da sabato 20 maggio, non si scherza più: il San Carlo, molto duro, svetta di fronte all'arrivo di La Thuile; il giorno dopo Domodossola accoglierà il gruppo proveniente dalle scalate di Gran San Bernardo e Sempione; la frazione di Brescia (questa sì, piattissima) quasi scompare alla vigilia del secondo arrivo in quota, sul Bondone, alle porte di Trento. » questa la frazione (16esima) che apre di fatto l'ultima terribile settimana di Giro. Mercoledì 24 terzo arrivo in salita, a Plan de Corones, un'ascesa durissima (punte del 30%!) e per di più con gli ultimi chilometri in sterrato. Si balla anche nella tappa di Gemona (con tre salite ostiche), quindi le Dolomiti ospiteranno due tapponi incredibili: Forcella Staulanza, Marmolada, Pordoi e arrivo sul San Pellegrino nella 19esima frazione; Tonale, Gavia (Cima Coppi, salita più alta del Giro) e Mortirolo nella 20esima, che arriva all'Aprica. Come se tutto ciò non fosse già abbastanza, anche l'ultima giornata di gara, domenica 28, prevede una grande novità: due semitappe, e nella prima ci sarà la cronoscalata del Ghisallo, prevista per celebrare l'apertura del Museo dei Ciclisti nei pressi del famoso santuario, e che potrà dare gli ultimi scossoni alla classifica: 11 km di ascesa che offriranno il vincitore del Giro 2006 alla consueta passerella finale a Milano. Che dire: veramente, di tutto di più. Vedremo meno volate, una solo crono da specialisti, ma in compenso quello che potrà accadere sui tanti percorsi misti e sulle infinite salite cancellerà tutte le perplessità di quelli che parlano di Giro troppo duro. Un po' come se ci si potesse lamentare di una partita con troppi gol.

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