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Fuori le «talpe» da Trigoria

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«Credo sia un intervento giusto. È normale che la Figc sia attenta a tutto, noi siamo convinti di comportarci in modo esemplare, nel rispetto delle regole e siamo disponibili agli accertamenti richiesti da parte degli apparati competenti». È assente da Roma-Siena, il numero diciotto. Quante possiiblità ha di essere convocato contro la Juventus?. «Lo osserverò attentamente, nulla è da escludere. Io rispondo per quelle che sono le mie competenze, la firma sul contratto non mi riguarda, ma se non c'è un buon rapporto con la società non si aiuta il progetto. Però non c'è nessuna limitazione da parte mia e della società. Quando parlo di progetto mi riferisco alla disponibilità nei confronti del gruppo, è indispensabile ragionare di squadra e pensare al bene futuro della società, oltre all'impegno settimanale». Ma ieri, intanto, l'attaccante ha lasciato il campo in anticipo. «Ha saltato lo stretching finale, quello di gruppo, è andato a farlo in palestra come spesso succede. Alvarez è arrivato in ritardo, pensava che l'allenamento ci fosse il pomeriggio e Montella è andato via mezzora prima per impegni personali. Chi riporta queste situazioni non vuole il bene della Roma e bisogna cominciare a scoprire questi "riportini", soprattutto se certe segnalazioni arrivano dall'interno. Esiste una tendenza ad accentuare quel che accade. Me lo avevano detto in tanti che quello romano è un ambiente difficile proprio per le situazioni di contorno...». Il barese in mattinata ha avuto un accesso alterco con Damiano Tommasi? «Avviene molto spesso in molte altre squadre. Cassano crea intorno a sè molta attenzione in più degli altri. È stata una discussione normale di cui non voglio parlare. Mi dà solo fastidio avere a che fare con queste fughe di notizie e mi sono rotto le scatole: con l'allenamento a porte chiuse alcune cose non debbono succedere. Tutti i giorni ne viene fuori una, sono cose che ci disturbano. Cassano attraversa un momento particolare, è più nervoso ma non fa peggio di altri. Non credo che nessuno della società abbia interesse a porre in risalto i suoi atteggiamenti quotidiani. C'è tutta una serie di componenti decisive per conferire lo spirito giusto al gruppo. L'esempio dell'anno scorso testimonia che ogni forma di individualismo non porta da nessuna parte. La società attende sviluppi della situazione, bisogna stare attenti a non disperdere il patrimonio tecnico». Ma Cassano serve ancora a questa Roma? «Può succedere che con la sua presenza non facciamo risultati e senza di lui, invece, si vinca come sta succedendo da qualche partita. Finchè rimango qui la formazione la faccio io, ribadisco che ci vuole rispetto per coloro che hanno giocato finora. Non per questo posso dire che la Roma si esprima meglio senza Cassano. Cerchiamo di correggere qualche abitudine sbagliata, difficile da sradicare. In dodici anni ho imparato che metter fuori un giocatore è a cosa più facile da fare, ma cerco di tirar fuori la sua parte migliore». Si parla anche di altro. Con la Juventus, accanto a Kuffour, partirà Mexes o Chivu? «Debbo valutare come rientrerà dalla nazionale Cristian e come ci avvicineremo alla partita. È un bene poter scegliere tra diverse alternative. Philippe è molto abile in fase difensiva, è roccioso ed aggressivo, mentre Chivu è più dotato tecnicamente. Mancano ancora otto giorni, vedremo». La sosta arriva a spezzare una striscia positiva importante. Di solito non è favorevole interrompere una serie di buoni risultati, ma i giocatori rimasti a Trigoria non mi fanno pensare a un calo di tensione. C'è qualche acciaccato, potremo sfruttare questi giorni per recuperare tutti». Manca una settimana alla super sfida con la capolista che gara si aspetta? «La Juve è fortissima, abbina qualità a consistenza di squadra. Da

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