di GIANFRANCO GIUBILO NEL fine settimana delle amichevoli illustri, comunque meno rilevanti rispetto ...
Forse la maggiore curiosità del confronto consisteva nel duello indiretto tra due dei giocatori più rappresentativi del calcio continentale: Francesco Totti da una parte (ha lasciato il ritiro per una lieve lesione all'adduttore destro), Ruud Van Nistelroy dall'altra. Il contemporaneo forfait dei due fuoriclasse toglie gran parte dello smalto a una partita che comunque non aveva significati particolari: come del resto tutte le amichevoli delle squadre nazionali, utili per confortare le casse delle rispettive federazioni più che per offrire reali indicazioni ai tecnici. Però è un peccato non poter vedere in campo due grandi protagonisti, che nella stagione attuale hanno peraltro percorso strade divergenti. Totti è stato costantemente in primissimo piano, anche quando la sua Roma ha sofferto disavventure perfino inattese, offrendo straordinaria continuità di rendimento a supporto dei colpi di genio ricorrenti, il più ammirato dei quali il magico pallonetto di San Siro. L'olandese ha invece molto sofferto della fase declinante del suo Manchester United, interprete di un avvio di stagione mai così insignificante, con un sussulto di orgoglio nella gara più importante, lo scontro con l'invincibile Chelsea all'Old Trafford, risolto da un gol di Fletcher, uno dei tanti, e forse troppi, giovani che Ferguson è stato costretto a utilizzare per fare fronte alle emergenze dell'organico. Quello di domani sera avrebbe potuto essere un interessante anticipo sull'appuntamento della prossima estate, in Germania: dove sia l'Italia sia l'Olanda sono attese a un ruolo di primo piano nel campionato del mondo. E, insieme con loro, i leader delle rispettive formazioni, come appunto Totti e Van Nistelroy possono essere considerati con pieno diritto. Dunque ulteriore scadimento per l'ennesima serata di esperimenti da parte di Marcello Lippi, la cui utilità lascia francamente perplessi, a meno che il cittì non ritenga di dover scoprire Cannavaro, Zambrotta, Toni o Del Piero. La novità è Oddo, chiamata meritata ma probabilmente tardiva, una sorta di risarcimento forse nella speranza di far passare in secondo piano la pervicace ostinazione nell'ostracismo verso Christian Panucci, senza ombra di dubbio il miglior interprete italiano sulla fascia destra difensiva. Senza neanche la decenza di ammettere pubblicamente che la scelta è puramente umorale, meglio il ridicolo riservato alla presunta asserzione di decisione tecnica. Del resto, è difficile attendersi qualcosa di meglio quando, indisponibile Buffon e messo fuori uso Peruzzi da un guaio muscolare, si deve scegliere tra un Abbiati quasi disastroso nell'avvio di stagione juventino e un giovane di modesta esperienza. Dimenticando totalmente come nel campionato italiano giochi un Francesco Antonioli che si guadagna ogni domenica i galloni di migliore in campo. Ma forse, come Panucci, Antonioli non è simpatico a Lippi. Del resto, Lippi è simpatico a pochissimi.