Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Lazio, è un problema di testa»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Bella e possibile all'Olimpico (quindici punti dei sedici conquistati nello stadio amico), brutta e inguardabile lontana da casa. Comincia Delio Rossi che ha le idee chiare: «È un problema psicologico, altrimenti non si spiega l'atteggiamento diverso che abbiamo tra le gare che disputiamo in casa e quelle fuori, anche perchè la preparazione delle partite avviene alla stessa maniera. Abbiamo bisogno di risultati importanti su campi difficili come è successo alla Roma. Da lì, poi, cresce in convinzione». Non è d'accordo però con chi sostiene che il problema sia tattico: «Per noi buttare la palla in avanti equivale a non cavare un ragno dal buco. Abbiamo provato a farlo con la Reggina, non per credo tattico ma perchè entrando Tare si pensava potesse fare breccia e invece dobbiamo farci forti di quello che sappiamo fare e crederci, sia in casa che fuori, perchè non credo di avere giocatori in grado di giocare buttando la palla in avanti. Le nostre caratteristiche hanno dimostrato che se non facciamo quello che sappiamo fare, rischiamo di perdere con tutti». Un altro problema della squadra è quello degli infortuni che sembrano colpire con frequenza settimanale il gruppo biancoceleste: «Non è vero che ci manchi solo Liverani. Mudingayi, ad esempio, non l'ho ancora mai visto. Comunque, abbiamo cominciato in una certa maniera e, dato che tutti quelli che ho sono funzionali al progetto e non hanno infortuni lunghi, non credo ci sia bisogno di dare un volto diverso alla squadra. Ho una rosa che può sopperire per 2-3 settimane a queste mancanze. Più che sul sistema di gioco biosgna lavorare sul miglioramento di certi comportamenti. Alcuni colleghi mi hanno detto "mi piacerebbe venire a vedere come alleni la squadra" e io gli ho risposto "mi vedrai allenare la Primavera, viste le defezioni"». Sul mal di trasferta è intervenuto anche Massimo Oddo dai microfoni di Radio Radio. Il difensore, fresco di ritorno in nazionale, prova a spiegare i motivi del modesto rendimento esterno della Lazio: «Siamo una squadra giovane, abbiamo bisogno di tempo per credere nelle nostre potenzialità e nei nostri mezzi. Tanti miei compagni non hanno giocato in serie A oppure nei grandi stadi e questo conta moltissimo così come l'esperienza e la consapevolezza dei propri mezzi. Ci dobbiamo sbloccare fuori casa e, una volta accaduto questo, cresceranno anche le possibilità di fare partite esterne imponendo il gioco che esprimiamo in casa». Il terzino biancoceleste poi è tornato anche sulla gara contro l'Inter: «Figo? È sempre un giocatore importante perchè quando ti punta ti mette in difficoltà. Se dico che è al massimo della forma mi prendo tutti i meriti. Ha trovato difficoltà sulla sinistra ma quando è stato spostato in mezzo ci ha messo in difficoltà». Quindi elogia Behrami che sulla fascia destra sembra aver trovato l'intesa giusta col compagno: «Avrei fatto fatica con Figo sabato senza il suo aiuto. Lui deve ancora crescere sotto tutti i punti di vista ma ha qualità immense». Il dibattito è aperto, la Lazio si interroga e cerca una soluzione anche perchè il calendario è preoccupante: nelle prossime nove partite la squadra di Rossi avrà sei trasferte a Genova (Samp), Empoli, Livorno, Lecce, Parma e Messina. In casa gli impegni con Siena, Juve e Ascoli per un tris tutto bianconero. Bisognerà fare in fretta a trovare la cura al mal di trasferta per evitare di scivolare sempre più in basso in classifica.

Dai blog