È finito il dominio in Europa

Quattro vittorie in quattro partite, compresa quella della piccola Udinese che poteva sembrare la gamba zoppa del nostro calcio ma che invece aveva iniziato demolendo (3 a 0) i greci del Panathinaikos. In quel virtuale campionato d'Europa per nazioni al quale partecipano i tre paesi che nella Champions sono rappresentati da quattro squadre (la Germania ne ha solo tre) l'Italia era scattata in testa con 12 punti, distaccando l'Inghilterra che ne aveva ottenuto uno di meno ma soprattutto la Spagna che era partita malissimo raccogliendo la miseria di quattro punti. Insomma un inizio entusiasmante che tutto sommato confermava quanto di buono i nostri club avevano fatto in Champions nelle ultime edizioni. Ebbene a due terzi del cammino, dopo quattro turni su sei, la classifica di quel campionato d'Europa cui ho appena fatto riferimento recita quanto segue: Inghilterra in testa con 34 punti (12 l'Arsenal, 10 il Liverpool, 7 il Chelsea, 5 il Manchester), seguita dalla Spagna che si è ripresa benissimo ed è a quota 31 punti (10 il Barcellona, 9 il Real Madrid, 6 ciascuna il Villareal ed il Betis Siviglia), terza (su tre) l'Italia che ha raccolto 27 punti (9 Juventus e Inter, 5 il Milan, 4 l'Udinese). Altro che dominio ! Inoltre anche se Inter e Juventus sembrano abbastanza tranquille per quanto riguarda il passaggio del turno, abbiamo un Milan che ha molti problemi anche perché lo attende una trasferta in Turchia che evoca brutti ricordi indipendentemente dalle difficoltà che gli può proporre il Fenerbahce, che ha appena un punto in meno dello stesso Milan e dello Shalke 04. Ancora più critica la posizione dell'Udinese che in termini di classifica (ha gli stessi punti del Panathinaikos e del Werder Brema) è ancora in corsa ma deve sperare che il già qualificato Barcellona vada in Friuli in vacanza nell'ultima partita del girone. Al riguardo si conferma l'imperfezione o, se preferite, l'inadeguatezza della formula dei gironi che, se applicata al calcio, sembra un invito agli accordi, non necessariamente inquinati dal denaro ma spesso suggeriti da ragioni di opportunità politica o da alleanze sospette. Intanto il nostro campionato si conferma tra i più brutti della sua lunga storia perché privo di equilibrio com'è inevitabile che sia una partita di poker tra giocatori che hanno diversa, troppo diversa, disponibilità economica. Battendo la Juventus a San Siro il Milan ha impedito che lo scudetto venisse assegnato prima di Natale per cui la nostra serie A, che solo teoricamente ha 20 squadre ma che nelle ultime stagioni ha ridotto il suo organico da 7 squadre (ricordate le famose sette sorelle) prima a 5, quando ha perduto il Parma e la Fiorentina, e poi a 3, quando la Lazio e la Roma, per interrompere il duopolio Milan-Juve (sei scudetti ciascuna nelle ultime 14 stagioni) sono quasi fallite e sono state costrette a ridimensionarsi, in questo momento ha solo tre squadre. Con il pericolo che se l'Inter non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi (o di qualcos'altro) la corsa per lo scudetto ha due soli concorrenti. A qualcuno questo campionato piace (chiudeva così l'editoriale di Tuttosport lunedì scorso) a me sembra noioso e ripetitivo anche se spero in cuor mio di sbagliarmi.