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di FABRIZIO MARCHETTI TUTTO in novanta minuti.

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La Lazio ci prova. Stasera (Sky Sport 1, ore 20.30) ospita l'Inter per cancellare il ko di Reggio Calabria e il tradimento di quella corrispondenza d'amorosi sensi con Mancini, considerata motivo d'oltraggio da parte di un popolo intero. L'ex tecnico sarà in tribuna: la Caf non l'ha graziato, niente sconti, al suo posto Orsi, un altro che non gode più delle simpatie della gente laziale. Anche questo è Lazio-Inter: destini incrociati, un rapporto idilliaco -quello con l'ex Artista blucerchiato- travolto dalla passione, mai nascosta, per i nerazzurri. La partita dell'Olimpico però è anche un ricordo piacevole, malinconico, dei fasti di un lustro fa: Favalli e Veron su tutti, poi Mihajlovic e Stankovic in rigoroso ordine di gradimento nella hit della gente, con un comune denominatore che però mette tutti d'accordo perché griffato con i success. Coppe e scudetti, altri tempi. Stasera sarà battaglia vera, come ammonisce, con tono di sfida, il grande assente Paolo Di Canio. «All'Olimpico nessuno è favorito contro di noi, neanche il Brasile». Non ci sarà, l'idolo della Curva, ma fa arrivare il suo incoraggiamento ai compagni da «La Voce della Nord». «Scenderemo in campo con il kilt, sarà dura. Se non si dà il massimo, se si gioca senza orgoglio come a Reggio Calabria, non si va da nessuna parte. Quando la gente ti trasmette questa voglia di vincere non puoi non fare più del massimo. All'Olimpico i nostri avversari devono sudare molto per portare via qualche punto. Sarà così anche per l'Inter, ma occhio a Pizarro». Anche l'amico Rocchi suona la carica: «Dobbiamo osare per non ripetere la prova di Reggio. Giocare in casa ci dà una grande forza». Non sarà più il duello d'alta classifica apprezzata nel recente passato ma sarà certamente una sfida vera. Perché Mancini (che sarà contestato) ci tiene, eccome. Vuole fare una bella figura, rimettersi in carreggiata in un campionato che gli ha regalato solo delusioni in questo primo scorcio nonostante le tante frecce a disposizione. Per l'amarcord con la Lazio, il tecnico pensa di rimettere in pista il 4-3-1-2, il famoso rombo tanto per intenderci. Mihajlovic al posto di Materazzi, centrocampo con C.Zanetti e Cambiasso a fare diga in mezzo, Pizarro vertice basso e Figo ispiratore dietro al tandem Adriano-Cruz. Un nuovo ribaltone sull'Inter-tipo, un prototipo ancora vanamente inseguito. Rossi spera che il decollo della corazzata nerazzurra slitti, almeno di altri 90 minuti. Lui si porta dietro i soliti «due dubbi», quelli chiamati ad animare un po' la vigilia. I rebus stavolta riguardano centrocampo e attacco, anche se Firmani appare in vantaggio rispetto a Baronio per rilevare il testimone lasciato vacante da Fabio Liverani. Gli mancheranno fantasia e piedi buoni, a Rossi. Insieme al regista, fuori ancora Di Canio e Cesar che equivale a un punto interrogativo grande così: il brasiliano potrebbe rientrare ancora nel mirino nerazzurro, già a gennaio, se la trattativa per il rinnovo non materializzasse la fumata bianca. La Lazio spera che almeno dia un segnale di risveglio rispetto all'indecifrabile prova di Reggio. La sintesi: più sostanza in mezzo e meno orpelli estetici. Poi si sfoglia la margherita davanti: Inzaghi sembra in leggero vantaggio su Tare e Pandev, che sono tornati prepotentemente in corsa dopo l'ottimo test infrasettimanale. Deciderà all'ultimo, il tecnico romagnolo, che stamattina farà effettuare un ultimo test, facoltativo. La buona notizia riguarda Peruzzi: il portierone ieri si è allenato e stasera dovrebbe tornare -salvo contrattempi dell'ultima ora- a difendere i pali biancocelesti. Recuperati Siviglia e Behrami, leggera contrattura per Stendardo: in dubbio la sua presenza in panchina. L'Olimpico accende i riflettori: sarà una notte di grandi emozioni.

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