A Valencia si chiude la stagione, ma tiene banco il mercato piloti: cambio generazionale
Ora rischia addirittura di restare a piedi. Soggetto Max Biaggi, 34 anni lo scorso giugno, l'unico in grado di dare del filo da torcere a Valentino Rossi, uno dei pochi (assieme a Capirossi) che il fenomeno di Tavullia soffre dal punto di vista psicologico. Bene, se Max Biaggi, rischia o ha rischiato di restare a piedi, vuol dire che qualcosa nel mondo delle due ruote da corsa non va: o comunque va nel verso sbagliato. Si può vincere e si può perdere, soprattutto quando dall'altra parte c'è un fenomeno che vola su due ruote, ma questo sporto dovrebbe dare la possibilità ai migliori di darsi battaglia. Ora più che mai invece, sono gli sponsor a decidere, le Case a fare il bello e il cattivo tempo. Dopo due stagioni da dimenticare la Hrc (Honda Racing Corporation), ha fatto le sue scelte, senza guardare in faccia nessuno: tantomeno Biaggi. Così il pilota romano, reo di aver detto al mondo che la Yamaha ora va più forte (come se i successi di Valentino non bastassero a palesarlo), è stato lasciato a piedi. Non solo, ma la Honda una volta chiesta indietro la casacca ufficiale, continua a mettere i bastoni tra le ruote al romano che sta, ovviamente, cercando una soluzione alternativa. In realtà la soluzione c'è già, ed è proprio la gialla Honda del team Pons legata indissolubilmente al marchio tabaccaio Camel, sulla quale Max ha già gareggiato in pasto prima di approdare alla ambitissima (?) Honda ufficiale. Ma non solo Biaggi, perché in molti rischiano di chiudere la loro carriera in MotoGp proprio domenica a Valencia. Gente che negli scorsi anni ha fatto la fortuna di questo sport, piloti di vertice che ormai sembrano appartenere a un'altra era. Il brasiliano Barros, tanto per fare un esempio, se non dovesse riuscire a rinnovare con la Honda-Camel (possibile visto l'arrivo di Biaggi), sarà costretto al ritiro. Alternative? Nessuna, al momento. Così come per Kenny Roberts che s'è visto sbattere la porta in faccia dalla Suzuki (appena fatto un contratto con l'astro nascente padrone della Superbike Vermeulen). Proprio lui l'unico dopo il mito Schwantz ad essere riuscito a portare alla Suzuki un titolo iridato nella classe regina. Anche lui, sarà costretto ad appendere il casco al chiodo a meno che l'altro mito vivente: papà Kenny alla disperata ricerca di fondi per continuare la sua avventura con la KR, stavolta motorizzata Honda. Il problema è che i motori e i pezzi Honda costano e anche tanto. Ma oltre a chi smette, c'è anche chi migra. Grande ritorno verso la Superbike. Tornerà in quella che in molti (sbagliando) considerano la MotoGp dei poveri, Troy Bayliss che dopo il «passaggio» in Ducati e la stagione in Honda rientra nella porta dalla quale era venuto. Già, la Ducati che punterà ancora sulla grinta di Loris, uno che difficilmente resterà a piedi... almeno finché continuerà a dare tutto quel che ha.