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Storico accordo: le due Coree con la stessa squadra

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Senza specificare se la squadra che ci ha battuto fosse quella del Nord o quella del Sud. Se a condannarci sia stato Pak Doo Ik, il caporal maggiore dell'esercito che con un suo gol segnato a Middlesbrough il 19 luglio ci eliminò dai mondiali d'Inghilterra del '66, una rete che fece finire nei pomodori l'avventura azzurra di Mondino Fabbri e che consentì all'eroe nord-coreano di lasciare la carriera militare per diventare un dentista. Oppure se a giustiziarci sia stato il sud coreano Junq Hwan Ahn che al 116' di gioco di quel maledetto 18 giugno a Dajeon cancellò l'Italia del Trap dai mondiali del 2002. O dal nord o dal sud l'Italia ha sempre sofferto le «sue» Coree. Addirittura quelle dolorose sconfitte negli anni hanno assunto il significato di una tremenda débâcle, di aver toccato il fondo, di aver conosciuto (appunto!) la propria Corea. Ricordi a parte, sempre amari per noi, la notizia dell'unificazione delle due Coree è un grande risultato, e non solo dal punto di vista sportivo. L'accordo raggiunto è storico: per la prima volta ci sarà un'unica squadra ai Giochi Asiatici del 2006 e alle Olimpiadi del 2008. Avere la stessa squadra in due competizioni così prestigiose è un passo ben più sostanzioso rispetto a quello compiuto a Sydney e Atene, quando le due Coree marciarono assieme nella cerimonia inaugurale, per poi frazionarsi sui campi di gioco. Questa volta invece si terranno per mano anche durante le gare. Lotteranno insieme alla conquista della vittoria. A questo traguardo si è arrivati dopo oltre dieci anni di divisioni sportive (quelle politiche sono passate perfino per una cruenta guerra). Negli anni '90 infatti le due Coree si presentarono alla competizioni internazionali con un'unica nazionale di tennis da tavolo. Ma fu un fuoco di paglia. I particolari dello storico accordo verranno perfezionati il prossimo 7 dicembre. Un passo in avanti che fino a qualche mese fa sembrava impossibile da realizzare. I recenti scambi commerciali tra i due stati hanno contribuito al disgelo. Le due Coree esistono dal 1948 e la sanguinosa guerra che dal 1950 al 1953 coinvolse mezzo mondo. Da una parte in prima fila c'erano gli Stati Uniti e il Giappone, dall'altra l'ex Unione Sovietica e la Cina che armarono fino ai denti i nordcoreani. Ma tantissime nazioni mandarono i propri soldati al fronte. Ci furono invasioni e battaglie sanguinose. Migliaia i morti, dei quali 33 mila americani, 3000 le perdite tra i paese del Commonwealth e le altre forze della coalizione che si schierò con la Corea del Sud che pianse 415 mila morti. Un trattato di pace che durò cinquant'anni. Adesso tutto sembra più lontano. Il 38° parallelo non è più sinonimo di carneficina. Ancora una volta, dunque, lo sport batte la politica. Lo fece già con la sfida Usa-Cina di ping pong e con Usa-Iran di calcio ai mondiali francesi. Che anche questo muro sia finalmente caduto è cosa buona e giusta. Ora però speriamo di non incontrare più la nostra Corea.

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