Confronto di un'ora nello spogliatoio con faccia a faccia Di Canio-Oddo Poi il patto d'onore
Acceso, schietto, diretto. A tratti incalzante. La Lazio si è ritrovata ieri dopo il ko di Reggio di Calabria, fonte di veleni e parole al vetriolo. Sul tavolo le denunce di Oddo e Liverani -che hanno individuato nella carenza di personalità uno dei mali oscuri della squadra biancoceleste- e la dichiarazione di Paolo Di Canio, una querelle cavalcata a margine d'un 1-0 desolante, che ha acuito i contorni dell'idiosincrasia da trasferta dei biancocelesti. Nello spogliatoio blindato di Formello, alla presenza di Delio Rossi, è andato in scena il grande chiarimento. Hanno preso la parola loro, Oddo e Di Canio. Si sono confrontati senza mezzi termini, esponendo le loro ragioni. Poca diplomazia, grande schiettezza. Sono stati smussati gli angoli più scomodi, si è entrati nel merito delle dichiarazioni rese dopo la sconfitta. Di Canio aveva fatto riferimento al compagno, con un'esplicita indicazione alla battuta relativa a una difesa priva di «Stam, Nesta e Mihajlovic». Oddo ha chiarito che era sottointesa la sua automatica inclusione nel discorso, Di Canio ha quindi specificato che la sua sortita dialettica voleva funzionare da stimolo per «i giovani e la vecchia guardia». Un botta e risposta anche animato, funzionale al chiarimento. Di Canio si è anche appartato con Liverani, quindi il discorso finale. «Siamo un gruppo, punto e basta. Ora proviamo a battere l'Inter». Come corollario della giornata, il comunicato congiunto finale divulgato dalla società. «Le nostre dichiarazioni, hanno spiegato Oddo e Liverani, non volevano offendere nessuno ma solamente spronare la squadra, in modo da lasciarci subito alle spalle la delusione e l'amarezza di una sconfitta che nessuno si aspettava». Così Di Canio: «Le mie affermazioni avevano un unico scopo quello di incitare e stimolare tutti, sia i vecchi che i nuovi della squadra. Durante il campionato ci sono momenti positivi ma anche negativi che possono degenerare in un eccessivo pessimismo soprattutto fra i più giovani. Proprio in queste situazioni è necessario rimanere compatti, uniti cercando noi anziani di stare più vicino ai nuovi». La chiusura di Oddo e Liverani. «Siamo certi che già sabato con l'Inter sapremo dimostrare di aver ritrovato lo spirito di gruppo verificato altre volte, indispensabile per il buon proseguio del campionato». Il proposito è stato raccolto dalla Curva, che per oggi (alle 18, un'ora prima del test con il Tolfa) ha chiamato a raccolta la gente laziale: un modo per rimanere accanto alla squadra nel momento di maggiore difficoltà. I tifosi vanno oltre e confidano nella voglia di tramutare sul campo, in energia positiva, le parole post-sconfitta. Al termine dell'allenamento anche Lotito si è intrattenuto con la squadra: ha chiesto di rivedere -nella sfida all'ex Mancini- la stessa grinta messa in mostra contro Palermo e Fiorentina, definendo la partita di Reggio Calabria «la peggiore prestazione stagionale dei biancocelesti». Prima dell'allenamento, invece, era stato Rossi a cercare di individuare i motivi della debaclé al gruppo: scarsa determinazione, approccio sbagliato alla gara, mancanza di intensità nell'applicazione delle trame provate e riprovate in settimana, scarsa personalità. Il tecnico, che si era rivisto in videocassetta la prova incolore di Reggio Calabria, pensa di cambiare qualcosa. Soprattutto in attacco, dove uno tra Tare e Inzaghi prenderà il posto di Pandev. Da valutare l'impiego di Cesar: al suo posto si candida Manfredini. La differenza, però, la fanno le motivazioni, la volontà. Un concetto ripetuto come un ritornello, rimbombato anche ieri a Formello. Nel giorno del grande chiarimento.