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Intanto Capello recupera Ibrahimovic mentre Vieira resta ancora in dubbio

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La Juve dei record, quella che ha appena vinto la nona partita consecutiva dall'inizio del campionato, non può fermarsi. Domani c'è il Milan: lo sanno tutti, sarà la partita dell'anno. Sarà anche la partita che potrebbe chiudere il campionato a fine ottobre. Dicono di no, addetti ai lavori e calciatori per primi: ma ve lo immaginate il Milan a meno otto domenica mattina? E l'Inter, già preda di crisi di nervi assortite, che a Genova potrebbe anche cadere o pareggiare e precipitare in un baratro senza fine? Meglio di no. Anche se è vero che resterebbero da giocare ventotto partite con relativi 74 punti in palio, la via sarebbe tracciata: ammesso che già non lo sia. «L'anno scorso, a gennaio, eravamo a più otto e siamo stati raggiunti in una settimana: nulla sarà deciso dopo la partita di Milan», ha detto Emerson. Frattaglie. L'incubo di un campionato deciso quando non è ancora arrivato l'inverno è dietro l'angolo. E la Juve gode. Certo che gode. Perché si sente forte e lo dimostra ogni tre giorni. Manca Vieira? Chi se ne frega: Capello sposta Emerson più avanti di una decina di metri, gli piazza alle spalle Giannichedda e il prodotto non cambia. Si ferma Ibrahimovic per un dolore muscolare? Chissenefrega-bis, perché nel frattempo si era riposato Trezeguet ed è proprio dal francese che arriva la zampata vincente che anestetizza la Samp e spiana la strada verso la vittoria numero nove in campionato. Gol numero 103 da quando indossa il bianconero, meno uno da Platini e viva le statistiche, per una volta: «Raggiungerlo segnando a Milano mi piacerebbe un sacco - ha detto il francese -, anche perché potrebbe essere un gol che ci permetterebbe di fare qualcosa di davvero importante». Appunto. A Milano potrebbe esserci - dovrebbe esserci: ci sarà, anzi - anche Zlatan Ibrahimovic, ieri allenatosi regolarmente e più che desideroso di mettere in mostra i suoi giochetti di prestigio alla Scala del calcio. Farà coppia proprio con il numero diciassette: perché il turnover va bene, ma in certe partite giocano i migliori. Loro due, allora. A meno che Capello non voglia sorprendere tutti ancora una volta. E quindi Del Piero in panchina al pari di Mutu, Camoranesi in campo e Nedved pure. Tutti remano dalla stessa parte, in casa Juve. E Pinturicchio si è ingolosito assai, al punto da scrivere sul suo sito Internet di volere «sfruttare al massimo la trasferta di Milano». Messaggio lanciato: cari compagni, la strada che voglio percorrere io è quella che ci porterà a vincere anche contro i rossoneri. Lo seguiranno, c'è da scommetterci: la Juve sarà ancora più affamata. Come uno squalo che sente l'odore del sangue e che, invece di scappare, punta al bersaglio grosso. Una Juve che, al momento, assomiglia tanto al Brasile nelle lodi che si porta dietro: «Ma nello stile di gioco non ci assomigliamo - Emerson dixit -. Qui gli attaccanti aiutano molto di più, la squadra è compatta e punta dritta all'obiettivo. Con il Brasile prediligiamo il possesso palla, i ritmi sono diversi e gli attaccanti non sono così coinvolti. Di sicuro, la mia Nazionale e questa Juve sono i gruppi migliori nei quali io abbia mai giocato». Del Piero carica: «Attento Milan, non siamo sazi di vittorie»

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