dall'inviato TIZIANO CARMELLINI MILANO — San Siro in piedi, tutto, che applaude Francesco Totti dopo ...
Trenta metri dalla porta. Dribbling su Ze Maria, a vuoto Materazzi, Julio Caesar visto fuori dai pali, tocco sotto da fuori area e gol. Per un momento il ricordo è andato a quel rigore calciato con la maglia azzurra contro l'Olanda agli Europei. Macchè, il cucchiaio visto a San Siro l'altra sera è stato ancora più bello, meglio di quello al «povero» Buffon, o del più recente calciato contro l'Empoli. Un gesto atletico-tecnico che il giallorosso ha nel sangue e che rende ancor più indecente la lista di France Football che non include il suo nome tra i candidati al pallone D'Oro. D'accordo, potrebbe anche non vincerlo, ma non avere nemmeno la nomination, appare inspiegabile davvero. Tre punti che fanno morale e che dimostrano al mondo che la Roma c'è: è viva, nonostante una classifica inguardabile. Undici punti dopo otto gare. La Roma riparte così dalle giocate e dal talento del suo capitano che la prende per mano e le consente di prendere finalmente ossigeno dopo un avvio di stagione a dir poco imbarazzante. Nella sera in cui tutto gira per il verso giusto, il cucchiaio del capitano arriva come ciliegina su una torta che, solo nel finale, ha rischiato di finire in mille pezzi. Il segnale che voleva Spalletti è finalmente arrivato e adesso il tecnico giallorosso ha una certezza dal quale ripartire: capitan Totti. Intanto il mondo intero lo incensa e scattano i paragoni con i grandi del passato. Tutti gli uomini veri del calcio hanno parole di elogio per lui dopo l'ultima perla. «Un grande giocatore e un gesto tecnico eccezionale: un suo colpo» spiega il mitico Boninsegna che però proprio del cucchiaio rivendica una «ceka» paternità. «Non lo inventato lui — spiega l'ex bomber nerazzurro — mi ricordo Panenka in un rigore nella finale dell'Europeo del '76. Sono comunque gesti che solo i grandi possono fare». Sulla stessa lunghezza d'onda un altro grande del passato: Jose Altafini. «È stato un gesto tecnico-atletico raro ed incredibile. Vedere il portiere fuori dai pali e toccare il pallone in quel modo è una prerogativa di pochi. Tiro alla Totti? prima di lui lo hanno fatto altri e il suo gesto mi ricorda la "foglia morta" di Corso. Anche all'epoca si parlava di punzioni alla Corso, ma le aveva inventate Didì del Brasile. Sono colpi di genio già fatti nel passato che però solo i grandi campioni sono in grado di eseguire: ci vuole tanta tecnica ed intelligenza». Per Gigi Riva è stato «un gran gol che nasce dal colpo di genio di Totti. Non sono cose che si provano in allenamento. Sono cose che riescono a pochi, l'accorgersi di un particolare che gli altri non notano. Nessun allenatore può far capire un colpo così a chi non lo ha nel suo dna. Io per esempio — chiude Rombo di Tuono — non ci ho mai pensato, preferire sfondare la porta con la forza. Paragoni? credo sia inutile, quando vedi cose del genere devi solo alzarti in piedi e battere le mani». Onesto l'ex azzurro Paolo Rossi, protagonista del mondiale vinto in Spagna nell'82. «Un gol che avrei voluto segnare io». Non basta? Bene, l'ultima porta la firma di tale Pelè. O' Rei ha fatto il curatore di una mostra (imperdibile) che aprirà i battenti lunedì prossimo a Roma (sede della Fifa 100) che rappresenta il primo secolo della federazione calcistica. Robetta. Tra i 119 calciatori scelti dal brasiliano, oltre al mitico Bruno Conti, c'è proprio capitan Totti: per altro ritratto col pallone in equilibrio sulla testa a imitare proprio Pelè rappresentato così sulla copertina. Ma domenica all'Olimpico Totti non ci sarà. È arrivata, puntuale la squalifica dal giudice sportivo dopo l'espulsione di san Siro: una giornata. Inspiegabile il rosso di Rosetti sul faccia a faccia ravvicinato tra il capitano giallorosso e l'interista Veron. Il capitano finisce in terra (sicuramente accentuando la caduta) per una manata in pieno volto dell'ex laziale, ma il rosso diretto