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di FABRIZIO MARCHETTI ODDO salva la Lazio e scaccia l'incubo-Chievo.

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La Lazio attacca, piace e convince poi si spegne gradualmente e si consegna ai gialloblù. Il laterale evita la prima sconfitta all'Olimpico: tre tiri e due gol per gli avversari, Ballotta sbaglia e Fontana si esalta, Rocchi non basta, D'Anna e Pellissier fanno volare Pillon. Tutto in una notte, davvero incredibile, con una ripresa maledetta, stregata, sbagliata a rovinare quanto di buono costruito nei primi 45 minuti. Nel momento cruciale sono mancati gioco e lucidità, certezze dissolte, un peccato. Finisce con l'espulsione di Rossi e l'ammonizione di Di Canio: una girandola di emozioni. La cronaca racconta d'una partenza tutta biancoceleste: idee chiare e un Liverani in più. Il regista calamita il gioco lì in mezzo e dopo neanche dieci minuti sradica una palla dai piedi di Sammarco e fila per via verticali, prima di innescare in profondità Pandev. Il sinistro del macedone si spegne a lato, tra gli applausi della Curva, che inneggia il nuovo profeta Delio Rossi. Lo spauracchio Obinna gira a largo, Siviglia lo guarda a vista, il Chievo offende poco e studia molto gli avversari. Ci prova ancora Pandev, dopo altri otto minuti ma la traiettoria è sbilenca. Gioca in velocità, la Lazio, fedele allo spartito con due punte rapide pronte a incrociare il raggio d'azione. Pillon però ha preparato una squadra niente male, che contiene con ordine e cerca di ripartire. Si arriva alla mezz'ora con un'altra azione a velocità supersonica Rocchi-Liverani-Rocchi e peccato che il sinistro del regista stavolta sia lungo d'un soffio e non assecondi lo spunto pungente del bomber. Il Chievo si affaccia dalle parti di Ballotta con una combinazione Sammarco-Pellissier che trova un po' imbambolata la difesa biancoceleste ma fallisce il bersaglio. Cesar sta meglio e si vede lontano un miglio: quando tenta l'affondo finalmente le gambe girano. Il vantaggio arriva su uno spunto del brasiliano, finta e controfinta, cross calibrato per Pandev che fa una cosa sublime e di testa allunga per Rocchi: il bomber si piazza davanti a Lanna, controlla e la butta dentro senza troppi complimenti. Ovazione della Nord, la Lazio passa. E gioca sulle ali dell'entusiasmo, Pandev ci prova dalla distanza e in area trova il corpo - e anche un braccio - di Mandelli, Ayroldi lascia correre. Gli ospiti perdono progressivamente la bussola, davanti ci arrivano poco e niente, si lasciano sopraffare dalla marea biancoceleste. Liverani ci riprova sulla punizione, come al derby, ma sulla sua strada c'è la barriera. Chievo alle corde ma pronti via, nella ripresa, arriva il sorprendente pareggio: anche per D'Anna che si infila nel cuore dell'area laziale sugli sviluppi di un angolo - sono passati due minuti - e trova lo spiraglio giusto e la complicità di Ballotta: 1-1. L'insperato pareggio rivitalizza i gialloblù che inanellano dieci minuti intensi, fatti di qualità e iniziative: Sammarco rischia addirittura di firmare il vantaggio raccogliendo un assist - improprio - di Manfredini, la Lazio rimette fuori la testa con un colpo di testa di Rocchi su cross al bacio di Oddo ma non è la squadra spumeggiante del primo tempo. Si rianima vagamente con una serpentina di Pandev, che fa tutto bene e poi sciupa banalmente su Fontana, mentre le distanze si dilatano, Liverani si abbassa, il gioco ne risente. Allora Rocchi prova a fare tutto da solo, il destro è da cineteca, Fontana però non se lo guarda e va a togliere la palla dall'incrocio. La differenza la fanno i portieri, poi ci si mette anche l'imponderabile quando al ventunesimo arriva il 2-1 del Chievo grazie al fendente di Pellissier sugli sviluppi di un calcio da fermo che trova impreparata l'intera retroguardia biancoceleste. Incredibile ma vero, Rossi tenta la carta Inzaghi. Poi si vede anche Tare (esordio) ma il fortino è inespugnabile. Fino all'ultimo minuto quando Ayroldi fischia il rigore per fallo di mano di D'Anna. Oddo segna due volte, perché l'arbitro fa ripetere. Domenica assalto alla Reggina, magari per tentare di p

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