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Sfatare un tabù

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Come non bastasse il momento «no» della sua squadra, incappata in un avvio di stagione da incubo, Spalletti si ritrova ad affrontare l'ennesimo scoglio. Provare a portar via punti da San Siro è una cosa che alla Roma dell'«era moderna» non riesce da una vita, da quell'11 settembre del '94 quando sulla panchina c'era tale Mazzone: indimenticabile gol di Festa a 14' dal termine della gara. Lo farà stasera quando alle 20.30 (Sky Calcio 2) gli uomini di Spalletti usciranno sul prato del Meazza. Il tecnico giallorosso, solo in parte rincuorato dallo striminzito pareggio nel derby capitolino, prova a vedere il lato positivo della medaglia. La stracittadina doveva essere la gara della svolta... così è stato solo in arte. «Già, la svolta è rimandata. Dobbiamo ricercare qualcosa che ci dia una spinta psicologica, senza guardare a quello che abbiamo buttato via in precedenza, avevamo partite abbordabili che non siamo riusciti a vincere ma fanno parte del passato. Basterebbe un risultato per acquistare entusiasmo, basterebbe vincerne una. Bisogna fare quello che abbiamo fatto nel derby mettendoci qualcosa in più dal punto di vista individuale». Ma non dite a Spalletti di accontentarsi di un pareggio a San Siro. «Lo accetterei solo come conseguenza di una mancata vittoria, non dobbiamo limitare le nostre convinzioni. Inter superiore? Se guardiamo ai nomi, forse nel complesso si, ma il campo è un'alta cosa. Ne io ne la squadra ci sentiamo condannati in partenza». Inutile dire che il problema della Roma era ed è la mancanza di gol: in questo momento Spalletti non ha chi la butta dentro. Non nega, ma non ne fa il problema prioritario. «Di problemi davanti ne abbiamo qualcuno ma penso che siamo in credito tra quello che abbiamo ricevuto e quello che abbiamo subìto. Qualche scusante ce l'abbiamo, Montella ad esempio ha avuto problemi alla schiena e per noi uno come lui è una certezza, Cassano è ancora infortunato, ha fatto solo corsa». Proprio a riguardo di Cassano e al tira e molla con la società giallorossa, Spalletti fa di nuovo spallucce: si chiama fuori. «La mia posizione al riguardo è ininfluente, però al momento il giocatore è infortunato. La valutazione va fatta in conseguenza dei soldi che gli sono stati proposti e di quelli che vuole lui, su questi discorsi Campana verrà coinvolto: però bisogna anche conoscere tutte le spigolature». Poi passaggi, di rigore sui singoli. Chivu. «È stato bravo Rocchi e lui è scivolato». Mancini. «Deve trovare un più tranquillità, lo vedo spesso teso e nervoso ma penso che tornerà ai suoi livelli. Non credo però che abbia bisogno di un turno di riposo per fare meglio». E proprio sul centrocampo cresce il rimpianto per non esser riuscito ad avere l'unico giocatore che aveva chiesto alla Roma: Pizarro, che per altro all'Inter fa panchina. Lui, ovviamente, getta acqua sul fuoco. «È un giochino sbagliato, sono contento dei calciatori che ho, voglio lavorare su questo gruppo e migliorare quelli che ho. Pizarro è certamente un grande calciatore. Ma mi sa che sto esagerando a parlare bene di lui...». Fin qui il bilancio del nuovo tecnico giallorosso fa acqua: nove punti in otto gare. Lui, come al solito, si accolla tutte le responsabilità. «Sono dispiaciuto perché questa piazza merita di più. Mi aspettavo di fare meglio, sono deluso di me stesso. Le critiche della piazza sono il minimo per quello che stiamo facendo, vanno accettate e non mi disturbano. Quando in passato ho detto che questa squadra ha paura ho sbagliato, questa squadra subisce solo l'amore per questa maglia e per questi splendidi tifosi».

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