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Verdone stavolta non ride «Giallorossi troppo leziosi» Montesano: Lazio samurai

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A fare da contraltare a Verdone, Enrico Montesano impegnato a teatro con il suo nuovo spettacolo «Noio vulevan savuar ancor». «Io direi che in questo momento il mio miglior nemico è il gioco della Roma» afferma Verdone nell'intervista rilasciata a Sky. «Quest'anno - aggiunge Verdone - siamo tutti lì che guardiamo e ci diciamo sempre al lunedì: è andata così...Io vedo dei giochi di grandissimo ricamo: tacchi, tacchetti ed arrivano a trequarti. Il problema è quando sono in area. Chi tira? La Roma parte che sembra il Brasile, e allora dico, tutto soddisfatto: come va a finire? In niente...». Verdone è anche critico con Cassano: «Non c'è? Mi viene il dubbio che non ci sia mai stato». Montesano dal canto suo fa i complimenti tanto a Totti («L'altra sera è venuto è venuto a teatro assieme a sua moglie: ha fatto la fila e comprato il biglietto. Questo dimostra che Francesco è veramente una persona carina») quanto a Lotito: «A me piace questo tipo di romano, così immediato, diretto, poi questa è una squadra operaia e gli operai spesso riescono a fare cose miracolose. La lazialità è anche un po' questa filosofia del samurai giapponese, si combatte per il piacere di combattere. Non a caso Paolo (Di Canio, ndr) ha qualcosa del samurai». Sulla questione dei «gesti»: «A me non importa se Lucarelli, grande campione, fa il saluto degli operai o se Di Canio fa il saluto romano, che male c'è? Ormai sono dei simboli, siamo generazioni venute dopo, grazie al cielo».

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