Di Canio sulla provocazione di Montella «Lo ringrazio, mi ha fatto i complimenti
A 37 anni gioco ancora da protagonista»
Paolo Di Canio il condottiero gentlman dispensa parole misurate e smorza ogni polemica. Da Montella a Totti, passando per Cassano, il suo unico obiettivo è vincere. Senza troppe chiacchiere a fare da contorno. Cosa risponde a Montella che le ha dato del provocatore? «Lo ringazio, per me è un complimento. Anzi se ha cercato di addolcirmi non ci è riuscito. E poi ha detto che sono stato un grande giocatore: in realtà voglio vedere quanti calciatori arriveranno a giocarsi a 37 anni una stracittadina». E sul fatto che la Lazio è più scarsa della Roma cosa si sente di replicare? Che lo dicono tutti, anche i media. Non ci vedo scandali e non mi ha dato fastidio: i giallorossi devono puntare alle prime posizioni, noi dovevamo migliorare la posizione dell'anno scorso. Se non si superano i limiti è bene esprimere il proprio pensiero. Poi ci rivedremo alle 22:15 di domani sera». Che emozione le trasmette questa stracittadina? «Quelle di sempre, per me è sempre la stessa storia. Questa è una sfida unica e io la vivo ancora da tifoso. Ho fatto le stesse cose che facevo sin da bambino: è come se domani dovesse prendere ancora il "14" dal Quarticciolo e poi il "121" dalla stazione per raggiungere l'Olimpico. La stessa emozione». Sembra più tranquillo rispetto all'anno scorso? «Sono lo stesso. Non ho mai provocato, mai aizzato l'ambiente, ho solo risposto ad alcune provocazioni. Non voglio disperdere energie preziose, quelle che dovrò poi mettere in campo. Devo controllarmi anche per rispetto delle persone che mi stanno vicine e dell'allenatore. Per me rimane un evento speciale». Ha detto qualcosa di particolare ai nuovi? «No. Basta pensare all'Olimpico delle ultime due partite in casa per capire quanto siano importanti i tifosi. Poi hanno capito: chiedevo la data del derby da agosto. Sono fortunato, lo vivo ancora da tifoso e ho la fortuna di viverne almeno altri due». Rossi come lo vive? «Lo sta preparando lui. Ha capito che non è una partita come le altre e sa che ti può regalare un bonus per il futuro. I punti valgono il doppio, anche fuori dal campo per l'entusiasmo che sa trasmetterti e questo può motivarti ancora di più». Teme qualcuno in particolare? «Non ho paura di nessuno: se riusciremo ad assolvere i nostri compiti ci toglieremo delle soddisfazioni. Il sistema di gioco ci permette di essere sereni. Il pericolo siamo solo noi. Quest'anno si parla di più, tante cose si sono capite e sono state smussate. È merito nostro, dello staff dirigenziale e dell'allenatore». Cassano? «Lo stimo come giocatore, è un grande. Non ci sta, va bene così». E su Totti futuro papà? «A lui, quando ci sarà il lieto evento, farò gli auguri. È la cosa più bella del mondo diventerà genitori». Se Paparesta concederà un rigore? «Lo tirerò io. Con tutto il rispetto per Oddo, Massimo ha rispettato la gerarchia. Non so cosa abbia detto Rossi ma ho parlato con Oddo di questo argomento, non scherziamo. Poi se lui dovesse sentirsela e io mi tirerei indietro, cambierebbe discorso». Voleva la fascia di capitano? «Ognuno ha le proprie idee, il tecnico ha deciso così, ci sono gerarchie da rispettare. Ci sta chi ha giocato tanti anni con questa maglia e ha accettato di sposare un progetto per il futuro. Mi fa piacere però quello che la gente ti dice per strada, mi inorgoglisce». E se dovesse far gol? «Non lo so, non ci ho ancora pensato. Spero possa finire come si auspicano tutti i tifosi, se dovesse succedere esulterei come immagina la gente». La Roma è più arrabbiata di voi? «Sicuramente sono arrabbiati, vorranno riscattare la sconfitta di Empoli. Ma davanti non troveranno una squadra appagata. Anche con 30 punti in più il derby è sempre il derby». Cosa pensa della contestazione dei tifosi? «Chi protesta va rispettato, purché si non si vada oltre certi limiti. E mi sembra che fino a oggi non sia successo». Ha detto qualcosa a suo fratello An