Rossi: sarà un derby da grandi emozioni

Delio Rossi è fedele alle promesse: «Totti? Parliamo di Ronaldinho, sui giallorossi rimango in silenzio». Sarà pure una provocazione ma funziona per far capire che della sfida con i cugini, almeno nello specifico, si discuterà solo sabato, nell'immediata vigilia. Una sola digressione. «Stiamo bene di testa e di gambe, per domenica saremo pronti. Tanti vorrebbero essere al mio posto per vivere le emozioni che regalerà questa sfida. Non esiste il rischio di arrivare scarichi all'appuntamento». Sulla formazione: «Ancora è presto per capire se avrò tutti a disposizione, spero di sì». Il resto è affidato alle interpretazioni, frutto di un patto stretto nello spogliatoio per evitare voli pindarici e facili entusiasmi dopo il successo contro la Fiorentina. Rossi si scioglie quando l'argomento scivola sul passato prossimo. «Bella vittoria, davvero. Posso dire che siamo sulla strada giusta». Poi rifugge i clamori: «Non credo agli slogan, parla il campo. Il miglior spot è rappresentato dai risultati e dallo spettacolo offerto. Io come Maestrelli? Non scherziamo, non voglio essere blasfemo. L'accostamento è irriguardoso». Blindato sull'eventuale rinnovo di contratto: «Per me la Lazio rappresenta un punto di arrivo, non di partenza. Non mi turba essere a scadenza, sono discorsi che affronteremo più avanti. Anzi, fossi un giocatore, firmerei solo per sei mesi: sarebbe un modo per rimettersi sempre in discussione e magari spuntare anche qualcosa in più sotto il profilo economico. Amo scommettere in questi casi». Sugli stadi vuoti: «Se dovessi pagare per andare allo stadio, non ci andrei. In questo momento sarebbero poche le partite meritevoli della mia attenzione e forse tutte all'estero. Mi piacerebbe andare a vedere Arsenal, Manchester e Barcellona. La diffidenza intorno alla Lazio? Se fosse preconcetta non la capirei, però mi sembra che contro la Fiorentina ci fosse una cornice degna. Sta cambiando un po' la situazione e dovremo essere noi a incrementare le presenze, puntando su gioco e risultati. Io allo stadio? Non ho mai seguito i biancocelesti, però ricordo bene Chinaglia, Frustalupi e D'Amico». Partecipa all'elogio di Angelo Peruzzi: «È tra i migliori portieri che abbia mai allenato ed è anche un grande uomo, come valori e moralità». Negli occhi conserva ancora l'abbraccio dei suoi ragazzi, corollario delle vittorie su Palermo e Fiorentina. «Sono cose spontanee, non c'è niente da spiegare. Sono contento, c'è grande feeling, grande compattezza. Ho sempre pensato che il gruppo sia da da esaltare rispetto alle individualità. Il singolo può ricevere gratificazioni se tutto gira a dovere». E Rossi il perfezionista non vuole fallire l'appuntamento più atteso.