Il barese contro la società: mi stanno prendendo in giro, vogliono mandarmi via I tifosi protestano a Trigoria, si salvano in pochi: Totti, Kuffour, Cufrè e Bovo
Almeno a parole. Discorso a parte merita l'accoglienza tra cori ostili riservata ad Antonio Cassano, che ha cercato di fare il punto sulla sua situazione contrattuale: «Non credete ai giornalisti e a chi vi dice che non intendo restare alla Roma, mi hanno offerto un contratto diverso rispetto a quello iniziale. Io ho dimostrato la mia volontà di rimanere, non voglio i soldi di Totti: mi sento preso in giro e stanno prendendo in giro anche tutti voi. Non posso parlare ufficialmente, né contravvenire alle regole, la Roma è una società quotata in Borsa e non posso pagare il mio stipendio in multe». Inevitabile la replica della società. «La Roma ribadisce di aver effettuato un'offerta di 3,2 milioni l'anno per cinque anni che non è stata sottoscritta». Daniele Pradè, come tutta la società, ha preso atto di quanto dichiarato da Cassano ai tifosi fuori dai cancelli di Trigoria. «In merito alle dichiarazioni attribuite al calciatore Antonio Cassano — dice Pradè — la Roma si riserva di valutarne i contenuti anche alla luce di quanto pubblicheranno gli altri organi di informazione». E poi ha comunque voluto sottolineare che: «La Roma ribadisce di aver fatto un offerta al calciatore di 3,2 milioni all'anno per cinque anni. E l'offerta non è stata sottoscritta». Ma a cominciare dalle prime ore del pomeriggio il deludente avvio di stagione ha preso il via un processo sommario da parte dei tifosi non appartenenti al tifo organizzato. Qualche frangia della tifoseria comincia a stancarsi dell'attuale deprimente situazione di classifica, e ieri è stata partorita una contestazione in due atti. Una cinquantina di sostenitori ha assiepato ieri il piazzale antistante il cancello principale del «Bernardini» per attendere l'arrivo dei giocatori. La piccola folla giunta a Trigoria ha raggiunto Piazzale Dino Viola inizialmente senza alcun proposito bellicoso, alla presenza delle tre volanti della polizia che stazionavano all'esterno pronte a prevenire possibili eccessi. La settimana che porta dritta al derby, passando per la missione norvegese, è iniziata tra chiarimenti, rimproveri e qualche tensione. A cominciare da Luciano Spalletti nessuno dei protagonisti si è sottratto al breve confronto. Il tecnico, ad alcuni tifosi che si sono avvicinati alla sua automobile, prima di entrare ha risposto alle sollecitazioni: «Non prendetevela con i giocatori, fatelo piuttosto con me». Anche Totti e Cassano, arrivati intorno alle 13.40, si sono soffermati con il drappello di persone. «E' un momento molto difficile, lo sappiamo anche noi. Adesso c'è da reagire», ha detto il capitano, allontanandosi tra i consensi. E' stata poi la volta di Panucci: «Il derby arriva proprio nel momento giusto per risollevarci». Rassicurazioni e dichiarazioni d'intenti improntate all'ottimismo. La gente ha tributato applausi a Tommasi, Kuffour, Cufrè e Bovo, mentre duramente contestati sono stati Perrotta, Mexes e De Rossi. C'e' stato spazio anche per un curioso siparietto con Alvarez: un paio di tifosi sono saliti a bordo della sua macchina, cogliendolo di sorpresa. Ben più aspri i toni all'uscita della squadra. Rispetto all'inizio, i tifosi sono aumentati sino a sfiorare le duecento unità. «Serve più impegno, domenica dobbiamo vincere a tutti i costi. In allenamento avete lavorato poco, mezzora intensa non basta». Il ritornello era lo stesso per tutti. Dacourt e soprattutto Mancini i più bersagliati dalle critiche. Il brasiliano è sceso dall'auto, molto scosso e impaurito. E' volato qualche sputo e un paio di calci di troppo all'indirizzo della sua fuoriserie, poi l'intervento delle forze dell'ordine ha consentito i lasciare con difficoltà il piazzale. Particolarmente avversato anche Chivu, accusato di mancanza di carattere ed eccessiva fragilità fisica. Il barese è stato comunque l'ultimo a uscire verso le 17.45,dopo la consueta seduta di fisioterapia. La sua vettura, dapprima circondata dalla folla, è stata colpita da un isolato lancio di arance da parte di un esagitato. Durante l