Caro Antonio anche stavolta la colpa sarà
«Non credete ai giornalisti, io voglio restare a Roma». Bene. Fatto salvo l'ormai diffuso cattivo gusto d'incolpare qualcuno che non è presente, l'ennesima «cassanata» è presto smascherata. Colpa dei giornalisti? Difficile crederlo quando c'è una società che per bocca del suo amministratore delegato (Rosella Sensi) ratifica un comunicato ufficiale che mette il giocatore davanti a un bivio evidente: bivio di tipo prettamente economico. O firmi, o la porta è quella... È poco credibile il signor Cassano quando addossa la colpa ad altri, com'è poco credibile quando dice che trattasi di questione di principio e non economica: avendo rifiutato 3.2 milioni di euro l'anno per cinque stagioni (totale 32 miliardi delle vecchie lire). Ma, se così fosse, lo dica alla signorina Sensi e al suo staff che sarebbero ben lieti di rinnovare il suo contratto a tutt'altre cifre. Ma, probabilmente, le cose stanno diversamente ed è forse arrivato il momento che il signor Cassano si assuma le sue responsabilità e dimostri alla gente, con i fatti e non con le parole, quello che ora professa come sua teoria. Resta per l'attaccamento alla maglia? Per amor di tifoseria? O per l'immenso feeling col Colosseo, o la «giannetta» capitolina? Bene, dopo la firma a cifre «perrottiane», la stampa sarà ben lieta di darne la notizia... con tanto di applausi e particolari. Altrimenti meglio tacere. Tiz