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Numeri da retrocessione, un anno disastroso

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Solo trenta punti in ventinove gare dal giorno della sconfitta contro la Lazio del sei gennaio

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Una marcia da zona retrocessione, di quelle che ti salvi solo se ti dice bene. Questo il triste bilancio della Roma nell'anno solare 2005, che da quando è iniziato ha portato solo sfortuna e vergogna ai colori giallorossi. Tutto iniziò contro Di Canio e soci nel derby perso il 6 gennaio, a cui è seguito il declino dei mesi successivi di un anno che dalle parti di Trigoria non vedono l'ora che finisca. Nel 2005, infatti, la Roma ha giocato ventinove partite di campionato, vincendone appena sette, pareggiandone nove e perdendone ben tredici, per un totale, come dicevamo all'inizio, di trenta punti, ovvero 1,034 a partita, che nella classifica dell'anno solare la collocano al terz'ultimo posto con Mesisna e Reggina. Peggio hanno fatto solo Lecce (ventisette punti) e Cagliari (venticinque) Nel 2005, poi, è anche crollato il mito dell'Olimpico inteso come fortino giallorosso, quello in cui raramente si usciva vittoriosi contro la Roma che, invece, in questi dieci mesi, in casa ha vinto solo quattro delle quindici gare disputate, derby del 6 gennaio sul campo della Lazio compreso. Ai successi con Atalanta, Messina, Livorno (l'anno scorso) e Parma (quest'anno), infatti, vanno aggiunti i quattro pareggi con Bologna e Brescia (che poi sarebbero retrocesse), Lazio e Chievo (l'anno scorso in lotta con la Roma per salvarsi) e le sette sconfitte con Lazio, Juventus, Milan, Reggina, Siena (addirittura per due volte) e Udinese. Un declino rovinoso per una squadra che con Capello era stata capace di restare imbattuta all'Olimpico per più di due campionati (dallo 0-2 con la Reggina del marzo 2000 all'1-2 col Modena del 22-9-2002). In quei due tornei (2000-01 e 2001-02) la Roma aveva vinto lo scudetto e conquistato un secondo posto anche e soprattutto in virtù del fattore-Olimpico, che ora non c'è più. E che dire dei punti persi contro le squadre medio-piccole? Eccezion fatta per le gare contro Juve, Inter, Milan e Lazio (il derby fa sempre una storia a se), nelle ventiquattro partite giocate nel 2005 contro le altre squadre del campionato (sulla carta tutte di valore pari o inferiore alla Roma) i giallorossi hanno conquistato appena ventinove punti su settantadue, frutto di sette vittorie, otto pareggi e nove sconfitte. In pratica, per arrivare ai trenta punti finora fatti nel 2005 di cui abbiamo detto all'inizio, mancherebbe solo quello conquistato nello squallido derby finito 0-0 lo scorso 15 maggio. E pensare che fino a due stagioni fa la Roma giocava da pari a pari contro le grandi del campionato, mentre con le piccole teneva spesso una marcia simile a quella della Juve di oggi, con la quale in comune ha la guida in panchina. Perso Capello, infatti, è iniziato il declino, anche perché dopo di lui si sono avvicendati cinque allenatori senza cavare un ragno dal buco: Prandelli, dimessosi in estate prima ancora di cominciare; Voeller, dimessosi dopo quattro gare dello scorso campionato; Del Neri, dimessosi dopo il 3-0 a Cagliari del 13 marzo; B.Conti, che ha portato la squadra ad una sofferta salvezza e Spalletti, ora sui carboni ardenti. Cinque allenatori, di cui tre dimissionari e uno, B.Conti, tornato a fare il dirigente dopo aver dato il massimo. Anche questo, se vogliamo, è un record negativo della storia giallorossa ormai legato indissolubilmente a questo 2005 che prima finisce e meglio è.

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