Oddo ci crede
Due obiettivi: stupire con la Lazio per proiettare la sua candidatura a Germania 2006. Massimo Oddo è partito alla grande: ha iniziato la stagione inanellando una serie di prestazioni da incorniciare, mettendo la griffe (con assist) sulla vittoria con il Messina e rendendosi protagonista della clamorosa rimonta sul Palermo. Peccato che la media-voto non abbia scalfito la diffidenza, almeno opinabile, di Lippi. Il laterale fa spallucce, evita polemiche e distilla pillole di saggezza. «Condivido il giudizio del ct. Lui fa le scelte che fra l'altro premiano due giocatori che stanno facendo molto bene (Zaccardo e Bonera, ndr). Tutti gli altri dovranno dare il massimo per poter coronare il loro sogno mondiale. Cercherò di mettere in difficoltà Lippi dando il massimo, rimettendomi in discussione con l'aiuto dei compagni e con la consapevolezza che dipenderà da me. Ci credo e mi auguro di poter far ricredere anche Lippi». Quindi, per scalare la montagna, non gli resta che vincere. Con la Lazio chiaramente. Già da domani, quando all'Olimpico scenderà l'agguerrita Fiorentina di Prandelli, degli ex Fiore e Pancaro, di bomber Toni. «I viola hanno più qualità rispetto a noi ma possiamo batterli e arrivare davanti a loro in classifica. Sono convinto che questa squadra possa arrivare dietro le grandi, anche se l'anno scorso, come la Roma, si è salvata all'ultima giornata». Sul derby è lapidario. «Non dobbiamo fare l'errore di pensare alla sfida con i giallorossi. La partita con la Fiorentina può rappresentare un bel trampolino di lancio, perché vorrebbe dire arrivare all'appuntamento caricati alla perfezione: punteremo sul gruppo, non abbiamo il campione che fa la differenza, ma contro il Palermo abbiamo dimostrato che possiamo sopperire con la determinazione e l'orgoglio». Sulla fascia di capitano da assegnare a Di Canio. «Credo che si possa essere leader anche senza indossare la fascia. Un leader può darti consigli in un momento importante. E poi in questa squadra ci sono sei giocatori, ovvero Peruzzi, Liverani, Manfredini, Cesar, Inzaghi e il sottoscritto, che hanno fatto parte di quel gruppo di calciatori che ha salvato la Lazio fuori e dentro il campo, mettendo l'autografo sullo spalmamento degli ingaggi. Questa è una cosa che va ricordata perché è vero che nel calcio c'è poca riconoscenza. Questi sei ragazzi hanno fatto e tanto il bene della Lazio». Sul mercato: «Non mi sono sentito preso in giro, le trattative sono cambiate rispetto al passato. C'erano stati interessamenti di Juve, Milan e Inter ma poi non si sono verificate le condizioni». Esalta Rossi: «Insieme a lui, ai tifosi e ai compagni ho ritrovato nuovi stimoli. Rossi è uno che punta sul gioco, ma per mettere in pratica i suoi schemi ci vuole tempo. Lui non guarda in faccia nessuno, mette sempre in campo chi lo merita e questo è fondamentale». Frecciata a Papadopulo: «L'anno scorso il tecnico ci diceva di smettere alla fine dell'allenamento per paura che ci facessimo male. Quest'anno provo le punizioni e mi fermo e se c'è qualcuno che smette l'allenatore si arrabbia». Infine il contratto. «Nessuno mi ha chiesto di ridurmi l'ingaggio, d'altronde se fosse stato ritenuto eccessivo probabilmente si sarebbe accettata qualche offerta in estate». Ora però c'è spazio solo per la Fiorentina.