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«Il regista? Conta poco dipende tutto dal modulo Io sono un centrale»

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L'esordio stagionale in coppa Uefa aveva spinto un po' tutti a ritenere che sarebbe stato proprio lui a risolvere gran parte dei problemi della Roma. Con l'Aris Salonicco il ventiduenne di Montesacro fu il migliore in campo. Due assist e perfino un gol, finalmente. Il primo ufficiale in maglia giallorossa. Poi Aquilani è un po' sparito e l'impianto di gioco della squadra ha subito una netta involuzione. Cos'è successo? «Dopo la partita convincente contro i greci, ho giocato altre due gare positive, contro Livorno e Parma. Ho steccato nella trasferta di Cagliari e lo riconosco. Quella domenica ho giocato male, tutto qui». E Spalletti ha deciso diversamente, togliendola di squadra e preferendogli Kharja. «Non mi sento accantonato. Il mister mi tiene in considerazione, credo di essere importante in questo gruppo. Non è facile confermarsi ad alti livelli se non c'è continuità, entrando e uscendo di squadra. Ma resto convinto che sta a me trovarlo, questo standard di rendimento. Io continuo a lavorare tranquillo, non ho problemi. Non credo però che sia sufficiente una partita negativa per stilare giudizi definitivi. La stagione è ancora lunghissima». Cagliari, si diceva. Contro i sardi ha fallito un gol difficile da sbagliare, sugli sviluppi della traversa colpita da Perrotta. «Un errore grave, non lo nego. Ma il calcio è questo: se avessi segnato la rete del vantaggio sarebbero cambiate tante considerazioni, probabilmente si sarebbe continuato a parlare bene di me. Sono sempre gli episodi e le circostanze particolari a determinare le fortune del singolo, prima che della squadra». L'impiego in un ruolo non suo può condizionare in modo pesante il suo rendimento? «A me piace giocare da centrale. Non importa se in una linea mediana a tre o a quattro. Sulla sinistra mi adatto senza problemi, se c'è bisogno di sacrificio tutti devono farlo, anche se le mie caratteristiche finiscono per essere un po' snaturate. Sulla corsia esterna io non ho il passo e lo spunto per saltare il mio avversario diretto. Io preferisco lanciarli gli esterni, magari cercando il lancio lungo e le aperture in profondità». A Castelrotto disse di dover maturare ancora sul piano della personalità. «E' vero, ho ancora tanto da imparare. Ma ora la situazione è migliorata, sento di essere cresciuto sotto quel profilo, soprattutto nelle partite che contano». Che prova quando si sente dire che il problema principale della Roma è la mancanza di un regista? «Dico che è una situazione che non capisco. Certe volte ci si fossilizza su argomenti che rischiano di diventare tormentoni. In serie a soltanto due squadre giocano con il regista classico: l'Inter e il Milan con Pizarro (o Veron) e Pirlo. Le altre non hanno l'uomo d'ordine. Giannini era il tipico regista, ma giocava comunque a ridosso delle punte. Qui sembra una cosa indispensabile, ma è il modulo, l'assetto tattico ad esaltare le peculiarità di un centrale. Si può vincere anche senza quel tipo di giocatore. E poi c'è De Rossi che opera in quel settore del campo, lo fa da sempre». Otto punti in sei partite: il bilancio giallorosso è a dir poco deludente. Perché avete vinto solo due partite? «Ci aspettavamo qualcosa di più, in effetti. In classifica paghiamo le due sconfitte interne che ci hanno penalizzati duramente. I pareggi di Cagliari e Livorno possono starci, in Sardegna la Roma non vince da dieci anni. Comunque abbiamo provato a vincere e ci siamo andati molto vicini, questo è fondamentale. Con il Siena siamo stati sfortunati e danneggiati dalle decisioni arbitrali». Domenica prossima ad Empoli non sarà una passeggiata. «Certamente no. I toscani sono in un buon momento forma e stanno ottenendo risultati dopo un avvio stentato. E' una squadra ostica, che ci renderà la vita difficile. Tutti ci terranno a far bene contro la Roma. Noi però non possiamo più sbagliare, abbiamo già perso tanto terreno, dovremo vincere a tutti i costi per ripartire bene dopo la sosta, anche perché saremo poi attesi da un ciclo ravvicinato di partite temibili tra ca

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