Con Sanzo la Gea vince anche nel fioretto
L'azzurro, fresco «oro» a Lipsia, è gestito da Moggi Jr che «sogna Schumacher»
Lo ha detto Salvatore Sanzo ieri dopo la conquista del titolo mondiale nel fioretto individuale, il secondo trionfo in un mondiale (era stato oro già nel 2001). «Sono uno che vuole sempre vincere — ha aggiunto il trentenne pisano — per questo ho preparato tutto per bene». Un vincente che non a caso fa parte di una «scuderia» altrettanto vincente e molto nota nel mondo del calcio, ovvero la Gea, società di Alessandro Moggi, figlio del dg della Juve Luciano Moggi. La Gea cura l'immagine e gli affari di 200 atleti, tra giocatori di serie A, B e C. Poi c'è Sanzo, unico atleta non calciatore. Moggi jr spiega le motiviazione che lo spingono a cercare nuove strade oltre il calcio: «C'è bisogno di facce nuove ed infatti stiamo per aprirci ad altri sport, l'importante è che siano grandi campioni». Sempre Moggi jr confessa un sogno: «Avrei voluto avere in gestione Schumacher ma chi lo ha avuto se lo è tenuto sempre stretto». Proprio Sanzo racconta come è arrivato alla Gea: «Conosco i dirigenti del Pisa e quando dissi loro che cercavo un procuratore che curasse i miei interessi mi presentarono la Gea». Ovvia la motivazione: Sanzo voleva monetizzare i risultati sportivi, a cominciare dalla medaglia d'argento nel fioretto individuale e dall'oro a squadre con cui era tornato dalle Olimpiadi di Atene. Una strada già seguita qualche mese prima, guarda caso, da un altro campione della scherma azzurra, Aldo Montano, medaglia d'oro ai Giochi di Atene 2004 nella sciabola.