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È sbagliato affidare all'immagine del cittì l'operazione simpatia

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Non una grande impresa, perché per vidimare il documento ufficiale della qualificazione basterà un punticino da lucrare nella serata di Palermo, dove scenderà la Slovenia: una squadra di modesto livello storico essendo di nascita recente, e tuttavia capace di procurare alla pattuglia azzurra l'unico dispiacere di questa fase introduttiva del Mondiale. Quella sconfitta, bruciante perché al di fuori di ogni previsione, non ha complicato più di tanto il cammino dell'Italia, che presidia solidamente la vetta della classifica. In teoria due sole squadre, quelle ferme a dodici punti, potrebbero raggiungere quota diciotto nei due turni che restano, ma un pari alla Favorita lascerebbe comunque gli sloveni almeno un punto indietro. Mentre la Norvegia, altra aspirante agli spareggi, in caso di bottino pieno potrebbe raggiungere gli Azzurri, però resterebbe penalizzata dal rendiconto degli scontri diretti, sconfitta in Italia e pari bianco ad Oslo. Considerando poi che, in caso di imprevedibile disavventura, ci sarebbe sempre la partita di Lecce di mercoledì contro i modesti moldovi, si può dire che la pratica sia archiviata e che dunque si debba guardare fin da adesso a quanto questa Nazionale potrà produrre nella prossima estate, quando in Germania si daranno appuntamento tutte le promosse. In questa prospettiva deve essere benevolmente valutata la singolare «operazione simpatia» che Carraro e la Federcalcio hanno lanciato da qualche tempo, per contrastare la disaffezione che ormai sembra circondare la nostra rappresentativa. Operazione singolare, una volta che è stato scelto come immagine il cipiglio arrogante di Marcello Lippi bravo tecnico, come la carriera ha dimostrato, ma restio a ogni forma di civile comunicazione. Lippi ha detto, giorni fa, che se la scelte dovessero dettarle le pagelle dei giornali, la federazione potrebbe evitare di pagare un lauto stipendio a un selezionatore, ultima parte della frase che ha raccolto tante ironiche approvazioni. Ma insomma questa sera la pratica dovrebbe essere già archiviata di fronte al tifo entusiasta di Palermo: città, come poi Lecce, in grado di assicurare all'avvenimento una degna cornice che nessuno degli stadi metropolitani di prestigio potrebbe neanche promettere. Non ci sarà Panucci, il migliore esterno destro di difesa, ruolo nel quale Lippi dirotterà forse Zambrotta, con Grosso a sinistra, pur di non venir meno alle sue scelte umorali. De Rossi farà spazio a Camoranesi, pagando dazio al suo momento di non felice ispirazione, nessun dubbio invece sulla leadership di Francesco Totti alle spalle di due punte di peso come Toni, gratificato da uno stato di forma straordinario, e Gilardino. Con possibilità di esperimenti a largo raggio mercoledì prossimo se il risultato dovesse ormai diventare irrilevante, come negli auspici. Poi l'interesse tornerà a trasferirsi sul campionato, a ribadire come il campanile conservi la sua posizione di privilegio nei confronti dell'azzurro, che Lippi ha contribuito a sbiadire.

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