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Gilardino favorito su Vieri

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Dubbi in difesa

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Marcello Lippi preferisce invece tenersi per sè gli ultimi dubbi e nascondere quanto più possibile la formazione, al mondo esterno e agli stessi giocatori. Così mentre è cominciato il conto alla rovescia dell'Italia per la qualificazione ai Mondiali — basta un punto contro la Slovenia, sabato a Palermo — assetto e nomi degli undici azzurri sono ancora un mistero. Da una coppia però è davvero difficile che si prescinda: ed è quella Totti-Toni. Dopo due giorni di allenamenti a porte chiuse con partitelle undici contro undici, ancorchè poco indicative, nella prima seduta aperta si è divertito e mischiar tutto, dividendo i suoi giocatori in tre squadre da sei. Ma qualche indicazione c'è comunque. Toni ha giocato sempre con Totti, e il trio d'attacco è stato completato questa volta da Gilardino. A centrocampo Camoranesi, Pirlo e Gattuso hanno sempre dialogato tra loro con la stessa miniformazione: De Rossi ha provato a far cambiare idea a Lippi con un allenamento assai brillante. Nessun suggerimento invece per la difesa, dove però l'unico dubbio rimane quello del terzino destro. Sarà dunque un'Italia targata Totti-Toni: dal centravanti della Fiorentina Lippi non può prescindere, visto lo strepitoso momento di forma. I messaggi lanciati nel primo giorno di ritiro («spero ricordino quel che ha fatto», aveva detto l'allenatore) erano già un chiaro segnale. E oggi, dopo aver provato sempre Totti con Vieri e alternato come terzo ora Toni ora Iaquinta, è arrivata la nuova accoppiata del primo con il numero 10 romanista. D'altra parte Totti-Toni fanno insieme sei dei quattordici gol del cammino di qualificazione, ovvero quasi il 50 per cento. A completare il trio d'attacco, quello che Lippi non vuole chiamare tridente e questa volta di fatto non lo sarà, con Totti dietro due centravanti, sarà uno tra Gilardino e Vieri. Una lotta in famiglia tra i due centravanti rossoneri, una competizione alla pari. Vieri ha sempre giocato almeno una partita quando Lippi lo ha chimato, ma sembra leggermente svantaggiato sul compagno. Chi dovrà aspettare è invece Del Piero: ha capito di non aver eccessive chance per Palermo, e si prepara a rimanere nel gruppo per Lecce. Per la seconda partita è previsto un turn over ristretto nelle convocazioni (in preallarme Mesto, Esposito, Terlizzi, Bonazzoli), lo juventino non è tra quelli destinati a tornare a casa. Per Italia-Slovenia, l'altro dubbio riguarda la difesa. Accanto a Cannavaro, Nesta e Zambrotta, Zaccardo terzino destro è in netto vantaggio su Bonera, richiamato dopo lunga assenza e sempre impiegato negli allenamenti di questo ritiro come difensore centrale. Intanto Alessandro Nesta è la voglia sempre più impellente di vincere qualcosa. «Ho sempre detto che un successo in azzurro vale più di quello in un club, perchè le occasioni sono sempre meno...», ha raccontato il difensore del Milan e della nazionale, all'antivigilia della partita con la Slovenia. La qualificazione al Mondiale è a un passo, e se per un novizio come Camoranesi è difficile pensare al torneo di Germania, un veterano come Nesta sembra aver un chiodo fisso. «Siamo stati spesso sfortunati nelle competizioni azzurre: questa volta arrivare al Mondiale con un pizzico di fortuna non guasta. E per fortuna intendo anche solo non aver giocatori spremuti, ma campioni integri... Stiamo invecchiando, io per primo: ma per la Germania c'è voglia di riscatto». Il riferimento è anche all'esperienza personale. A bruciar più di tutti è il ricordo della finale dell'Europeo persa nel 2000, ma sul piano individuale almeno un paio di volte è andata peggio. Al Mondiale di Francia '98 pronti via, dopo pochi minuti della seconda partita, contro l'Austria, un crac al ginocchio che tirò fuori il difensore dal torneo. A quello di Giappone-Corea 2002, una botta al piede lo sottrasse invece alla serataccia di Dajeon, la nuova Corea degli azzurri. «Sto invecchiando — ha raccontato Nesta — per me è l'ultimo mond

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