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«Dovevamo vincere a Livorno mentre con Udinese e Siena un pareggio era il risultato più corretto»

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Daniele De Rossi esordì in maglia azzurra allo stadio «Renzo Barbera». Fu un esordio con gol, un debutto da predestinato, quello con la Norvegia dell'allora ventunenne centrocampista di Ostia. Domani tornerà sul campo siciliano contro la Slovenia, perno di un centrocampo che Lippi gli ha affidato a partire da quel momento. Nel frattempo, 7 partite e 2 gol pesanti in maglia azzurra, un campionato travagliato (30 presenze, il suo primo da titolare) e la quasi certezza di un posto da titolare nell'Italia proiettata ai mondiali di Germania 2006. Da qualche tempo De Rossi sembra render meglio nel club Italia, meno nella sua Roma. Eppure come la squadra aveva iniziato alla grande a Reggio Calabria, nella prima di campionato, dove trovò il gol e risultando tra i migliori. Poi l'involuzione di gioco e di risultati di una squadra che si è smarrita, i giudizi negativi sulle sue ultime prestazioni, i fantasmi dell'ultima stagione che ritornano. E la sua trasformazione tattica all'interno del progetto di gioco di Spalletti. Dalla partita con il Parma l'allenatore gli ha consegnato compiti di regia, dell'uomo d'ordine che la società non ha saputo e potuto reperire durante il mercato estivo. Ora che ha risolto i problemi fisici che lo hanno condizionato per diversi mesi, c'è una certezza: per risalire la corrente la Roma ha bisogno di lui. «Fa piacere avere gli occhi puntati e notare le aspettative dell'opinione pubblica. Ho sempre sognato di arrivare a questi livelli, le responsabilità mi stimolano». Dal ritiro di Coverciano, ieri De Rossi ha detto la sua sull'avvio stentato in giallorosso: «La classifica della Roma mi sembra paradossale. Otto punti sono davvero pochi, soprattutto perché abbiamo giocato piuttosto bene. Dovevamo vincere a Livorno, non dovevamo perdere con Udinese e Siena in casa, questi risultati ci hanno frenato. Non vorrei passare per vittimista ma un po' di sfortuna, qualche nostro errore e le sviste degli arbitri hanno privato la squadra di punti importanti. Sono dispiaciuto, ma resto tuttora convinto che arriveranno anche momenti in cui gli arbitri ci daranno rigori che non ci sono e che la palla ci sbatta addosso ed entri in rete». L'escluso eccellente è ancora Christian Panucci, nonostante il brillante periodo di forma. «Lippi viene a vedere le partite di campionato o ha i suoi osservatori a seguire tutti i papabili nazionali, poi decide in base alle sue valutazioni e le sue scelte vanno rispettate. Sono contento tuttavia che chiami me, il resto sono considerazioni che non mi riguardano, anche se mi fa piacere che Panucci tra i migliori difensori del campionato, perché questo aiuta la Roma». Interpellato immancabilmente sul momento di Cassano, De Rossi ha confermato la sua fiducia nel suo compagno. «Antonio non ha giocato con continuità e non è in nazionale perché ha attraversato molti problemi fisici. La convocazione non è arrivata perché un giocatore appena rientrato non può essere subito chiamato. Se in futuro Cassano farà il Cassano, Lippi non avrà alcuna difficoltà a inserirlo nuovamente in questo gruppo».

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