ADDIO A NOSTINI
Avevamo scritto che la salma di Renzo Nostini, Presidente Onorario del Coni, una carriera atletica proteiforme, lungamente illuminata dalla conquista di medaglie olimpiche e mondiali e di presenze agonistiche multidisciplinari di difficile comparazione, sarebbe stata esposta - alla vigilia dei funerali fissati alle dieci di oggi nella Chiesa di Cristo Re a viale Mazzini - nel salone d'Onore del Foro Italico. S'era scritto facendo semplice ricorso alla memoria ed a quanto verificatosi in passato in occasioni analoghe. Era infatti accaduto per Giulio Onesti, storico, ultratrentennale reggitore del Comitato Olimpico Italiano. Era accaduto per Paolo d'Aloja, membro della Giunta esecutiva e presidente della Federazione Canottaggio. Era accaduto ancora, in tempi più recenti, per Primo Nebiolo, membro del Comitato Olimpico internazionale e presidente della Federazione internazionale di Atletica. Nella mattinata di ieri, il cerimoniale ha previsto diversamente, riservando all'esposizione della salma di Nostini un angusto locale al pianterreno del palazzo, senza la dignità di una segnaletica adeguata e senza che la sensibilità imponesse, al Coni o alla Federazione Scherma, come in passato, almeno la presenza di un picchetto d'Onore. Qualche osservatore accorto ha spiegato la scelta con l'impossibilità di rimuovere le strutture fisse del salone d'Onore. Ma forse la risposta, più semplicemente, è da ricercare nell'aria aziendale che contraddistingue da qualche tempo, insieme con molti dei frequentatori del suo piano nobile, il Palazzo a cospetto del Tevere. E nella certezza che non il Coni, quanto il Coni Società per Azioni, sia stato delegato a presiedere il cerimoniale. A.F.