di GIANFRANCO GIUBILO RISTABILITO un minimo di rapporti amichevoli con lo stadio Olimpico, la Roma tenta ...
A Roma scende il Siena, che nella scorsa stagione aveva bastonato sonoramente gli spelacchiati lupetti dell'epoca: in quella occasione, impartendo un'autentica lezione di gioco ai rivali anche nella prima fase della partita, quella che generalmente vedeva la Roma esprimersi almeno dignitosamente, prima che la spia del carburante segnasse rosso fisso. Dopo la sofferta salvezza dello scorso anno, lucrata all'ultimo tuffo, come del resto la Roma, il Siena è stata forse la sola squadra dell'ipotetica terza fascia a mettere in atto convincenti operazioni di mercato, con Negro e Legrottaglie in retroguardia, ma anche in rifinitura con il talento di Thomas Locatelli e perfino in attacco dove la torre albanese Bogani dovrebbe risultare più produttiva, per il gioco impostato da De Canio, rispetto al Maccarone tornato nelle brume del Nord inglese. Chiaro dunque che questa partita non rientra tra quelle da considerare scontate in partenza: ammesso che ve ne siano, nel campionato italiano, anche se il Treviso e forse lo stesso Ascoli non sembrano particolarmente attrezzati, per la fretta del recupero nell'élite, nella corsa alla sopravvivenza. Al terzo appuntamento casalingo della Roma si presenta ancora una squadra in bianconero, dopo Udinese e Parma, le cui visite hanno vissuto opposte vicende: e manca ancora, per completare il quadro, appena appena la Juventus. Esaurito quest'impegno tutt'altro che agevole, la Roma avrà a disposizione i quindici giorni che la parentesi azzurra regalerà a Luciano Spalletti per rimettere insieme almeno parte dei cocci provocati dagli infortuni in serie della fase di avvio. Con Mancini ancora fuori, Nonda e Montella sono rivali, per un posto in attacco, però affratellati da guai fisici che non assicurano la presenza dell'uno o dell'altro, tanto da lasciare ipotizzare perfino un impiego del giovane marocchino Kharja trequartista alle spalle di Francesco Totti unica punta. La difesa dovrebbe restare a quattro stante l'indisponibilità di Cufrè, centrocampo solido, almeno sulla carta, penalizzato però dalla mancanza di un esterno di ruolo, posizione congeniale al solo Rodrigo Taddei, sempre che non si abbandoni al torpore di Cagliari. Dall'altra parte, a destra o a sinistra a seconda di come Spalletti proporrà il brasiliano, qualcuno dovrà adattarsi, forse Perrotta che non si tira indietro di fronte a compiti ingrati, mentre non si può dire lo stesso per Aquilani, che la fascia laterale digerisce pochissimo. Resta, per la Roma un tasso tecnico superiore, che però non sempre ha pagato, neanche in questa stagione dedicata alla rinascita. Un Totti così ispirato, però, potrebbe bastare.