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Il pm: Preziosi & Co. associati per delinquere

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Intanto l'ex presidente propone un risarcimento da 5,5 milioni per il fallimento del Como

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Eccola qui, la contestazione principale all'ex presidente del Genoa Enrico Preziosi, a suo figlio Matteo e al ds Stefano Capozucca, secondo le tesi dei pubblici ministeri genovesi Alberto Lari e Giovanni Arena. È questo il cuore dell'avviso di conclusione indagini notificato stamani dai carabinieri al «Joker» rossoblù e agli altri indagati, cuore di un provvedimento che, nelle intenzioni dell'accusa, «alza il velo» su almeno sei partite disputate dal Grifone tra il 20 febbraio 2005 e l'11 giugno 2005 quando a Marassi si giocò la partita Genoa-Venezia che diede ai liguri la matematica certezza del salto in serie A. Quella promozione però, non c'è stata, visto che a mezz'aria in sei (tre genoani e tre veneziani) sono rimasti impallinati all'incrocio di venti giudiziari spirati dalla magistratura ordinaria e da quella sportiva. L'acip ieri mattina ha chiarito anche le posizioni, e le contestazioni, degli altri tre indagati: l'ex amministratore unico del Venezia Franco Dal Cin e suo figlio Michele, oltre a Giuseppe Pagliara, ex manager della squadra lagunare. Intanto i legali di Enrico Preziosi hanno formalizzato ieri al tribunale civile di Como una proposta di risarcimento di cinque milioni e mezzo di euro relativamente al fallimento del Calcio Como spa. La polizia tributaria di Como aveva quantificato in circa 5,8 milioni di euro l'ammontare del crac della società lariana, dichiarata fallita nel dicembre scorso. Nel caso la proposta risarcitoria dovesse essere accettata, Enrico Preziosi, oltre che una revoca della misura cautelare, potrà contare sull'attenuante dell'avvenuto risarcimento del danno.

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