di FABRIZIO MARCHETTI L'ENTUSIASMO è contagioso.

L'immagine della vittoria in rimonta sul Palermo è Delio Rossi, tecnico che ha accettato la scommessa e ora vuole anche vincerla. Si è lasciato andare, il romagnolo. È corso ad abbracciare Rocchi dopo il gol che ha chiuso la partita, è entrato in campo, è rimasto soffocato dall'abbraccio dei giocatori. «Mi è partita la brocca, la testa mi ha detto di fare così», sentenzia con sincerità. In fondo, sullo 0-2, pronosticare quel ribaltone sarebbe sembrato solo fantacalcio. Da domenica è storia di Lazio. Sette minuti per capovolgere il risultato, in una girandola di emozioni che ha mandato in estasi l'Olimpico. «Quando una squadra ci crede è perche sta bene nelle gambe e nella testa, altrimenti avrebbe preso il terzo e il quarto gol. Però la Lazio può e deve far meglio. Lo spirito è giusto, ma siamo destinati a crescere negli automatismi», sottolinea su Radio Radio. Ringrazia i tifosi. «Devo battere le mani alla gente perché, pur venendo dalla sconfitta di Milano, alla fine della prima frazione ci ha incitato e poteva fischiarci. Il pubblico ha dimostrato grande maturità e attaccamento a questi colori: non possiamo creare entusiasmo a comando, è un qualcosa che viene spontaneo». Va anche sui singoli, Rossi, analizza le sfumature meno convincenti: «Stendardo-Siviglia è una coppia con poca qualità? La difesa dell'Inter ha due marcatori ed è e una delle migliori, la Juve senza Thuram gioca con Kovac titolare e non sfigura. Stendardo e Siviglia sono due giocatori che non eccellono come uscita di palla ma hanno altre caratteristiche. Se si vuole una difesa piuttosto alta, bisogna avere giocatori relativamente veloci e abbastanza aggressivi. Stendardo, così come Behrami, viene dalla B e io tutti questi disastri che si dice abbia commesso non li ho visti. Si tratta di giocatori che vanno sostenuti e incitati e il fatto di averlo bollato «non all'altezza» non mi sembra giusto. Lui ha carattere, un altro dopo gli errori fatti si sarebbe perso». Senza dimenticare gli altri: «Tengo molto a Cribari, ma devo fare delle scelte. Cribari e Piccolo avranno il loro spazio». Una menzione per Pandev e Oddo: «Il macedone si sta dando molto da fare, è lui che si è messo in condizione di farsi chiamare. Oddo ha fatto un discorso umano dicendomi "Se viene una proposta da Milan, Inter e Juve, avendo 29 anni, voglio andare". Ma si è accorto che l'hanno preso in giro. Si è messo l'anima in pace: deve fare grandi prestazioni per tornare in Nazionale, come sta facendo». Sull'assetto tattico: «Per il momento non cambieremo modulo, a Milano abbiamo provato a fare qualcosa di diverso e siamo usciti con le ossa rotta. Quando troveremo nuovi equilibri ne riparleremo. Di Canio-dipendenti? No, non dipendiamo da nessuno». Soddisfatto anche Manfredini, che o. «Abbiamo dimostrato di essere una squadra vera dopo il ko di Milano. Il gol? È sempre bello segnare, quest'estate ho lavorato bene e ora sto raccogliendo i frutti». Soddisfazione anche per Liverani e Rocchi: uno ispira, l'altro finalizza. È tornato il tandem magico. E Di Canio è pronto a riprendersi la scena già a Udine. Il sindaco Veltroni promette: «Se porta bene tornerò a Formello ogni sabato». Capitolo-società: proseguono i contatti con varie aziende per la sponsorizzazione. Chiesti 3 milioni, attesa novità. Attesa la relazione dei revisori dei conti per stabilire il criterio futuro da seguire nella redazione del bilancio in merito allo spalmaperdite. Botta e risposta tramite i microfoni Sky, tra la Curva Nord e il presidente Lotito: posizioni immutate, cioè distanti anni luce. In settimana nuovi incontri con i manager di Liverani e Cesar per i rinnovi contrattuali. Interrogato infine Cragnotti: i Pm cercano risposte sulle plusvalenze. L'ex patron ha rigettato ogni accusa: «Scambi avvenuti per esigenze tecniche».