Dal mito Surtees a Jordan lo sport e i suoi camaleonti
Valentino Rossi dalla moto alla Ferrari, per tentare di battere Alonso ed emulare John Surtees, l'unico che sia riuscito ad essere iridato su due e su quattro ruote. Dal basket al baseball, dal calcio al football, o perfino dal calcio all'atletica: la storia dei grandi salti, da una disciplina all'altra, è piena di buchi nell'acqua e inattesi trionfi. Non c'è infatti solo il parallelo di Surtees, il britannico sette volte mondiale sulle due ruote e poi campione con la Ferrari, nel '64. Basta pensare al clamore che suscitò Michael Jordan quando lasciò i Chicago Bulls e il basket per cercare fortuna nel suo sport preferito da bambino, il baseball. Fece un buco nell'acqua, tornò al vecchio amore targato Nba e vinse altri tre titoli sotto la guida di coach Phil Jackson. Valentinik con la Rossa ripercorrerebbe dunque percorso analogo a tanti. A cominciare da quel Jim Thorpe, fuoriclasse pellirossa degli Usa al quale vennero tolte le medaglie olimpiche vinte a Stoccolma 1912 nel pentathlon e nel decathlon per avere giocato da professionista nel baseball. Soltanto molti decenni dopo il Cio fece giustizia riassegnandogli i trofei, alla memoria perchè nel frattempo Thorpe era deceduto. E proprio questo sport ha da sempre attratto stelle da altre galassie, come Bob Hayes che vinse i 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 1964 e poi divenne un idolo dei tifosi dei Dallas Cowboys, club nel quale ha vinto un Superbowl, quello del 1972. In tempi più recenti i Cowboys hanno tentato d'ingaggiare l'ex fenomeno del rugby Jonah Lomu, che all'ultimo momento ha deciso di non cambiare disciplina.