In Sardegna un'altra squadra dopo il naufragio di Del Neri
Un'altra Roma, quella che si presenta in Sardegna: legittime le speranze di rinnovare i lontani fasti degli anni di Carletto Mazzone, due vittorie a seguire al Sant'Elia. Le ultime, però, e da allora sono passati dieci anni, per altro vissuti dagli isolani spesso lontani dalla Serie A, riconquistata da due sole stagioni. Per ora, il Cagliari si è proposto all'attenzione soltanto per la buffa prerogativa di avere cambiato tre allenatori in quattro turni di campionato, mentre è parso avere smarrito la vena che gli aveva permesso di concludere in posizione di privilegio la stagione scorsa. L'addio a Gianfranco Zola, i conseguenti mugugni del tifo, le impennate dell'imprevedibile Cellino, tutti problemi che hanno contribuito a esprimere una classifica deficitaria: due punti, di peggio hanno fatto soltanto il Lecce e il Treviso. Esaltata dalla felice serata che un Parma molle e presuntuoso ha voluto regalarle nel turno di mezza settimana, la Roma non può illudersi di avere risolto radicalmente i suoi guai: quelli di origine, con un organico accettato con eleganza da Spalletti ma non proprio l'ideale per gli schemi del tecnico, quelli contingenti con i tanti infortuni ai quali si è aggiunto quello di Cufré, particolarmente pesante in relazione alla duttilità di impiego dell'argentino. Non so se il progetto di trasferire sulla fascia sinistra il ritrovato Chivu verrà attuato, in presenza di un palese malumore del romeno che non ama più il ruolo di origine. Più giusto pensare che sia Cesare Bovo a curare la corsia difensiva del confermato schieramento a quattro. Soprattutto perché la Roma non ha valide alternative a Chivu nella partenza dell'azione di impostazione dalla difesa. I malanni di Montella accantonano qualsiasi pensiero di turnover, Nonda in attacco con l'assistenza di Totti, Taddei forse sulla destra, l'altra fascia a chi, dei tanti centrali, dimostrerà migliore disposizione ad adattarsi all'esterno: Perrotta, forse, che sul sacrificio ha costruito la sua carriera. La differenza dei valori appare abbastanza evidente, però la Roma non deve dimenticare che l'impegno e la grinta non devono conoscere flessioni, anche perché, bene o male, il Cagliari non perde al Sant'Elia dall'ottobre dell'anno scorso, undici mesi che avvertono sullo spessore della difficoltà da affrontare. Importante, anzi fondamentale, sarà rendersene conto.