L'armonia ritrovata merito di Spalletti
Quella schiera ha perduto per strada la Lazio, la Fiorentina, il Parma, a far compagnia al terzetto di lusso lombardo-piemontese era rimasta la sola Roma, almeno fino alle recenti disavventure. In realtà, le sorelle sembrano essere rimaste in tre, senza possibili intrusi in famiglia, magari però è aumentato il numero delle sorellastre, se non altro fastidiose perché, impegnate nei confronti diretti col Juventus, Inter e Milan, possono magari determinare l'esito della corsa allo scudetto, secondo umore di giornata. Rientrate, in questo gruppo, la Fiorentina e, almeno teoricamente, la stessa Roma, hanno trovato però scomodi parenti stretti: dall'Udinese, al Palermo, alla Sampdoria. Così che accettando il ruolo prioritario delle tre grandi favorite, rimane un solo posto per arrivare all'Europa attraverso la porta principale, quella quarta posizione che tante formazioni inseguono con fondatissime ambizioni. Saranno non pochi, alla fine, gli scontenti: spera di non far parte del numero la Roma che per ora ha sofferto una sola diavventura vera e propria, la sconfitta interna con l'Udinese, ma che ha ritrovato il gol e le vittorie davanti ai suoi tifosi, che erano stati esemplari nei momenti tristissimi della scorsa primavera. Spalletti ha lavorato molto bene: sul piano tattico, naturalmente, ma soprattutto dal punto di vista psicologico. E guardando la squadra e i suoi atteggiamenti si resta sbalorditi nel pensare che si tratti degli stessi giocatori che appena qualche mese fa si accapigliavano tra loro e distruggevano l'armonia dello spogliatoio. Fenomeno gradevole e, speriamo, irreversibile. Il solo modo per far fronte ai problemi di organico creati da una catena di infortuni non tutti facilmente spiegabili. La verifica, adesso, riguarda la convinzione di poter arrivare al massimo dei traguardi previsti, un posticino in Champions, a dispetto delle occasionali avversità. Determinazione feroce, dunque, e solidità mentale a prova di bomba: oltre, naturalmente, al persistente estro creativo di Francesco Totti ma anche alla ritrovata condizione di Daniele De Rossi. Il dualismo Nonda-Montella sembra un esercizio dialettico, legato a livelli di forma che non possono essere sempre gli stessi. Ma a Cagliari, sarà il gruppo a decidere il futuro.