Preziosi agli arresti domiciliari
Bancarotta fraudolenta il reato contestato. Indagato anche Moggi
Inchiesta nella quale è entrato anche Moggi per la cessione super valutata dalla società lombarda alla Juve del difensore Piccolo (oggi alla Lazio). L'ordinanza che costringerà Preziosi agli arresti domiciliari è stata firmata dal Gip Nicoletta Cremona su richiesta dal sostituto procuratore Vittorio Nessi, titolare dell'indagine. Preziosi era stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Como nel maggio scorso con l'ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta per il crac da 16 milioni di euro del Calcio Como 1907 spa, società di cui è stato presidente sino al 2003. Il Como era stato poi dichiarato fallito il 22-12-2004. Secondo la tesi accusatoria della Procura lariana i fatti contestati all'attuale patron del Genoa riguardano gli esercizi finanziari 2002 e 2003. Anni in cui Preziosi avrebbe depauperato il patrimonio del Calcio Como cedendo al Genoa (già di sua proprietà) a titolo gratuito o a prezzi bassissimi nove giocatori: Makinwa, Colacone, Belingheri, Caccia, Greco, Lazetic, Yapi, Bjelanovic, Gregori Un'operazione che avrebbe provocato un ingente danno patrimoniale ai creditori del Como, primo fra tutti l'Erario. Secondo i periti della Procura, infatti, i calciatori ceduti avevano un valore patrimoniale per la società comasca nei cui bilanci, alla voce ricavi, andava indicata la loro cessione. Almeno in un caso, poi, uno dei giocatori passati al Genoa (il difensore Gregori), pochi mesi dopo tornò al Como dietro pagamento di 750 mila euro. L'attribuzione dei mancati ricavi delle cessioni, secondo i periti della Procura, ha integrato in pieno il requisito della bancarotta «per distrazione». Da tutte queste accuse Preziosi si difende sostenendo che quelle cessioni servivano solo ad alleggerire il bilancio del Como, appena retrocesso in B, da ingaggi che erano stati concordati per la serie A e che, dopo la retrocessione, la società lombarda non avrebbe più potuto sostenere. A conferma che ieri non era un giorno propizio per la famiglia che produce i giocattoli più famosi d'Italia è arrivata anche la notizia che il prossimo 25 ottobre Matteo Preziosi, figlio del patron rossoblu, dovrà presentarsi in giudizio con l'accusa di insulti e spintoni a due vigili urbani di Genova, uno dei quali, guarda caso, di cognome fa Grifone. Oltre al danno anche la beffa.