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di GIANFRANCO GIUBILO NON è stato dei più esaltanti, il risveglio di Roma al lunedì, il giorno tradizionalmente ...

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Per altro, se complessivamente amaro è il responso numerico della seconda giornata, è giusto e lecito trarre segni positivi anche da questa domenica: in proiezione futura, naturalmente, una volta accettati i limiti dei rispettivi obiettivi per la prossima stagione, in attesa di un più significativo balzo in avanti: prima sulla dimensione economica e poi, conseguentemente, su quella tecnica. La Roma può rimproverarsi, nello sfortunato scontro con l'Udinese, la minore attenzione alle posizioni in campo, per altro già sottolineata da Spalletti, la meno viva ispirazione di molti dei suoi rispetto alla incoraggiante trasferta di Reggio Calabria. Certo, altri discorsi potrebbero consentirsi i tifosi da bar, commentatori meno superficiali di quanto si possa sospettare, se in quel primo tempo che l'aveva vista protagonista la Roma avesse saputo sfruttare le occasioni create. Ma già il fatto di avere portato spesso i suoi giocatori in zona-gol rappresenta un dato confortante, almeno in prospettiva. Per ora, le certezze riguardano sicuramente il lavoro e la personalità di Spalletti, mai sufficientemente apprezzato per la durezza di accenti in occasione della ipotizzata partenza di mancini: un nuovo arrivato, che però non conosce atteggiamenti ruffiani, già manda un messaggio significativo alla società, nel recente passato troppo spesso assente, e si propone come affidabile garante per i tifosi. Alla Lazio è mancato poco per un piccolo traguardo che avrebbe avuto dell'incredibile: trovarsi, al secondo turno, affiancata alla solita crudele Juventus, ma anche a formazioni di recente prestigio come Palermo e Udinese, lasciando per ora da parte i miracoli del Livorno, sulla carta una delle squadre apparentemente meno attrezzate. Non ha forse voluto rendersi conto, la Lazio, che quel Cagliari sballottato da un allenatore all'altro, e purtroppo invece sempre con lo stesso presidente, doveva esser messo sotto: con la necessaria convinzione, senza adeguarsi al punto fuori casa che per la maggior parte delle squadre non di vertice rappresenta comunque una gratificazione. I quattro punti in classifica sono comunque una bella presentazione, anche se il tifo avrebbe preteso un maggiore impegno economico che la società, una volta ripresa per i capelli, non può al momento garantire. ma già questo organico, nelle mani di un allenatore che non deve fornire ulteriori prove del suo valore, le premesse per un campionato sereno, con qualche sprazzo di gloria, è in grado di porle. Senza dimenticare che, al Sant'Elia, Delio Rossi non ha potuto recuperare né Liverani, scelta imprescindibile a centrocampo, né quel Tare la cui presenza può consentire soluzioni diverse in attacco, aprendo anche la strada agli inserimenti delle retrovie, senza dover chiedere a Oddo e Zauri di curare con troppa attenzione la fase difensiva. Sarà un cammino duro: che l'organico laziale e il suo tecnico hanno la consapevolezza di poter affrontare con animo sereno.

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