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di FRANCO BOVAIO DI RIDISCUTERE la mutualità con la serie A non se ne parla e di ...

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00del sabato nemmeno. Questo è quanto hanno deciso i presidenti di B riunitisi ieri in via straordinaria negli uffici milanesi della Lega. Dunque la cadetteria, compatta, tiene duro sui due punti che ritiene vitali per la sua sopravvivenza e respinge il nuovo accordo di mutualità approvato venerdì scorso dall'assemblea di A, in base al quale quella si impegnerebbe a versarle 90 milioni all'anno anziché i 110 originariamente previsti. «Avevamo un accordo verbale - ha detto il presidente del Brescia Corioni - ma ci sono delle difficoltà e quindi ci siamo appellati alla delibera del 1999». Cioè il ripristino del vecchio accordo, quello dei 110 milioni all'anno. «Alla separazione delle due Leghe non pensiamo nemmeno», ha poi ribadito Corioni. L'altro punto fondamentale in discussione era quello sull'orario d'inizio delle partite del sabato. Anche qui le società di B, compatte, hanno confermato le 16.00, forti della recente sospensiva delle ordinanze dei sindaci emanata dal Tar del Lazio. Una decisione annunciata già in mattinata da Galliani al momento del suo arrivo in Via Rossellini: «Con i sindaci non c'è più dialogo perché la B ha già deciso l'orario delle sue partite. Con loro non c'è nessun braccio di ferro. C'è semplicemente il desiderio della B di giocare in orari diversi dalla A. È impensabile che in Italia siano i sindaci a stabilire quando si deve giocare a calcio». Parole che hanno scatenato la dura reazione degli amministratori locali, tutti in linea con quanto detto da Cofferati, sindaco di Bologna: «Galliani non si illuda che con un decreto di un presidente di sezione la vicenda sia chiusa e soprattutto non illuda i presidenti delle squadre di calcio, che sono coloro che dovranno gestire gli effetti della norma. Galliani conferma l'arroganza della Lega e continua ad affermare una cosa non vera: non c'è nessuna sentenza del Tar che dà ragione ai ricorrenti, il Tar non si è mai pronunciato nel merito. Se il Tar deciderà per la sospensiva faremo ricorso tutti insieme».

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