Nel mirino dei tifosi il nuovo decreto e la B al sabato

La protesta degli ultras rossoneri in occasione della partita casalinga del Milan con il Siena a San Siro si è esplicitata attraverso una serie di messaggi cubitali che hanno accolto l'ingresso delle squadre: «Società fallite, folclore vietato, stadi fatiscenti, calcio spezzatino, doping, presidenti truffatori, tasse non pagate. Sono i tifosi il male del calcio? No al decreto!». Gli ultras rossoneri hanno poi seguito l'inizio della partita, con gli striscioni di protesta ancora esposti, in silenzio. Stesso filone anche a Palermo, contro il decreto. Proteste anche in serie B, ma non solo per il decreto. I tifosi della serie cadetta ce l'hanno con le gare al sabato. A Bologna è stato esposto uno striscione: «Articolo 1: l'Italia è una repubblica fondata sui diritti tv». Entrando allo stadio un quarto d'ora dopo l'inizio della partita solamente alcuni gruppi della tifoseria organizzata hanno così deciso di protestare contro la decisione del Tar del Lazio di sospendere l'ordinanza con cui i sindaci di alcune città, fra cui Bologna, avevano vietato l'uso degli stadi per le partite al sabato pomeriggio. Fra gli striscioni esposti anche un messaggio a Sergio Cofferati e agli altri primi cittadini del coordinamento: «Sindaci non mollate». Contro l'intrusione del Tar nelle vicende calcistiche i tifosi hanno scritto anche «No al calcio tarato». A differenza di lunedì, quando ci furono file e caos ai botteghini prima dell'inizio della partita, l'accesso allo stadio non ha creato particolari problemi. Sugli spalti del «Dall'Ara», come aveva annunciato, non c'è il sindaco di Bologna Sergio Cofferati. «Ho già preso un altro impegno» ha detto il sindaco venerdì sera commentando la decisione del Tar del Lazio.