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MILANO — Non trova pace e, soprattutto, un orario in cui giocare il campionato di serie B che sabato ...

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L'incontro avvenuto ieri a Milano tra i sindaci di 14 città, i dirigenti di 11 società e i vertici della Lega Calcio non ha risolto il divario tra le diverse esigenze e l'assemblea della serie cadetta, in programma lunedì prossimo, sancirà con ogni probabilità la fine delle trattative con conseguenze ancora difficili da prevedere. Sindaci e presidenti si sono trovati d'accordo su un unico punto: la serie B deve giocare al sabato, ma la differenza di orario resta fondamentale per i destini del campionato. La Lega ha fatto un passo avanti, spostando alle 16 l'inizio delle gare. Altrettanto hanno fatto i primi cittadini, rinunciando alla domenica, ma la loro decisione di non concedere gli stadi prima delle 19 è «irremovibile» e fa saltare qualsiasi possibilità di creare un programma tv dedicato interamente alla serie B. Come ha ribadito oggi il responsabile acquisizione dei diritti sportivi Antonio Marano, per la Rai le 16 rappresentano l'ultimo orario possibile per realizzare il «90'» della serie cadetta. E le società si sono spaccate: i sindaci di Verona, Vicenza, Catania e Bergamo hanno messo il veto per l'utilizzo dello stadio per il prossimo sabato. C'è l'ok di Chiamparino (Torino) e del primo cittadino di Terni (ma la Ternana giocherà lunedì in posticipo). «Ci sono problemi gravi di interesse pubblico e non sono certo i soldi della Rai a salvare i bilanci delle società», ha spiegato il sindaco di Piacenza Roberto Reggi. «Avere visibilità televisiva rende in termini di sponsor, di contratti pubblicitari negli stadi, di mercato-calciatori. Ed è difficile capire quali problemi di viabilità, scuole o mercati possa avere, per esempio, il Delle Alpi di Torino al sabato», ha ribattuto Adriano Galliani. Per la Lega, giocare alle 16 significa venire incontro alle esigenze dei sindaci risolvendo alcuni problemi, come quello dell'uscita delle scuole, e salvaguardando però la possibilità di trasmettere un 90' dedicato alla B. Per i sindaci, iniziare le gare dopo le 19 significa «garantire le necessità di sicurezza e organizzazione dell'evento, compatibilmente con le altre esigenze di pubblico interesse». Così vicini ma così lontani, a poco sono serviti il comunicato e la conferenza stampa congiunti di Galliani e Reggi, visto che loro stessi hanno ammesso che «non ci sono più margini di trattativa» e che «non si tratta di una differenza di tre ore, ma di impostazione complessiva del campionato», rimandando all'assemblea di lunedì la decisione finale. Ma i dirigenti della serie B hanno già fatto capire che ai soldi della Rai non intendono rinunciare. Non è quindi escluso il ritorno agli orari dell'anno scorso (domenica alle 15 da novembre a marzo, sabato alle 20.30 per i restanti mesi), ma la battaglia è tutt'altro che conclusa. I ricorsi al Tar preparati dalla Lega sono già partiti, le ordinanze dei sindaci già firmate. Sabato si gioca, difficile sapere dove.

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