All'Italia serve Totti con Vieri e Gilardino
Attesa da quattro appuntamenti nell'arco di un mese, due all'inizio di settembre e altrettanti ai primi di ottobre, la Nazionale approfitta dei ridotti spazi che la stagione incombente, fittissima di eventi, può concederle, per un collaudo attendibile: come quello di Dublino, contro una squadra che comanda il suo girone europeo di qualificazione. Con gli irlandesi, quelli della parte calcisticamente più attendibile, difficilmente è consentito respirare un clima amichevole, almeno sul piano del ritmo, anche se magari l'agonismo si presenta meno convinto del prevedibile. Del resto, dell'Eire non conservavamo un buon ricordo: undici anni fa, nella partita di esordio dei mondiali americani, l'Italia di Sacchi aveva perduto per uno a zero, giocando una brutta partita. Delusione doppia, quel pomeriggio, nel vedere l'impianto newyorkese invaso dal tricolore, che però non era il nostro. Nonostante il proclamato affetto senza condizioni, i nostri connazionali di Brooklyn se ne erano rimasti a casa, vendendo i loro biglietti a quegli irlandesi che dei nostri emigrati, e meno nobili contrasti, erano stati fieri rivali negli anni Trenta. Dunque teniamoci per buono, e per beneaugurante, quel primo tempo giocato dai migliori azzurri a disposizione del tecnico, prima che l'inevitabile ricorso ai cambi affievolisse la spinta dei nostri bravi ragazzi. Fuori Buffon, che in azzurro dovremmo rivedere in estate in Germania, fuori ma soltanto occasionalmente il costipato Totti, Lippi ha riproposto Del Piero a sostegno di Vieri e Gilardino, la coppia alla quale il trasferimento in rossonero ha garantito un'attenzione certamente dovuta, però mai particolarmente convinta nel recente passato. Il giovane ha messo al proprio attivo un gol e mezzo, però nella circostanza ancor più favorevole sensazione ha destato Bobo Vieri, come se l'addio all'Inter gli avesse restituito stimoli e voglia di divertirsi giocando: se è vero che per novanta minuti ha garantito costante aiuto al centrocampo, movimento assiduo, perfino una conclusione di lusso frenata dalla traversa. Con il ritorno di Totti, la Nazionale, chiamata ad affrontare in pochi giorni le trasferte in Scozia e in Bielorussia, dovrebbe avere una fisionomia precisa, una volta stabilito che due punte e mezzo rappresentano un lusso, o un rischio, soltanto se gli attaccanti non sono convinti del progetto e dunque non offrono adeguato contributo. Per il resto, sottolinea la felice vena di Pirlo, la continuità di Gattuso e soprattutto la crescita di De Rossi, al quale Lippi ha chiesto duttilità tattica ricevendone risposte esaurienti, sembra che i problemi continuino a riguardare la fascia destra difensiva, costantemente in sofferenza anche quando l'Italia, nel primo tempo, aveva saldamente in mano il pallino del gioco. Se Zaccardo è riuscito a far rimpiangere l'assenza di Bonera, è ovvio che le apprensioni abbiano un fondamento: e rimane la convinzione che la somma dei due preferiti da Lippi non compensi il singolo valore di un Panucci e di un Oddo. Per altro, se le scelte tecniche si possono censurare, contro quelle puramente umorali c'è poco da fare.