Si chiude col riscatto della Radcliffe

Zahra Bani nel lancio del giavellotto ha migliorato se stessa, portando il primato a 62.75, nonostante come lei stessa ha dichiarato, un pizzico d'emozione l'avesse un tantino bloccata nei tre lanci iniziali. Ma in una gara che ha registrato il record del mondo della cubana Menéndez con la misura di 71.70 e il record europeo della sorprendente tedesca Obergfoll che con 70.03 ha conquistato l'argento davanti alla connazionale Nerius (65.96), non poteva non esserci anche l'acuto dell'azzurra apparsa in grande condizione fin dalle qualificazioni. Probabilmente alla vigilia avrebbe messo la firma al quinto posto, Nicola Ciotti, che ha lasciato perfino rammaricato la pedana finlandese con quel 2.29 che se saltato alla prima prova (fallita invece di pochissimo) e non alla seconda, gli avrebbe perfino permesso di salire sul podio. L'oro è andato a sorpresa all'ucraino Krymarenko con un modesto 2.32 davanti al cubano Moya e al russo Rybakov, entrambi con la misura di 2.29. Solo settimo con la stessa misura il favorito, le svedese Holm mentre l'ucraino Sokolovskyy che al Golden Gala era salito a 2.38 è uscito a 2.20. Sulle lacrime amare del fallimento olimpico Paula Radcliffe ha costruito il giorno della rivincita, quella che dopo 2h20'57 (record dei campionati), l'ha portata sul podio mondiale della maratona. E lo ha fatto nell'unico modo che conosce: tirando fin dal primo metro e imprimendo alla gara un ritmo che ieri, sulle strade di Helsinki, solo lei poteva seguire. Ieri non ce n'era per nessuno, né per chi azzardando qualcosa ha provato a seguirla, rischiando molto nel finale, come la romena Tomescu che è riuscita comunque a contenere le perdite ed arrivare comunque al bronzo (2h23'19), né per chi si è tenuto sempre fuori dalla bagarre, aspettando sorniona il momento di difficoltà della britannica che però non c'è stato, come la campionessa mondiale uscente la keniana Ndereba (2h22'01) capace soltanto di risucchiare l'argento alla romena, ma non impensierendo mai la vincitrice. Il marocchino del Bahrain Ramzi ha scritto il suo nome fra i migliori interpreti internazionali del mezzofondo veloce, e dopo l'oro conquistato nei 1500 si è impadronito, grazie ad un imprendibile rush finale, del trono iridato degli 800 metri (1'44"24). Battuti il favorito russo Borzakovskiy (1'44"51) e il keniano Yiampoy (1'44"55). I 1500 femminili hanno premiato un'altra scuola famosa del mezzofondo, quella russa, alla doppietta con la Tomashova (4'00"35) che ha bissato Parigi 2003 e la Yegorova (4'01"46). Bronzo alla francese Ghezielle (4'02"45) che ha approfittato della squalifica dell'altra russa Chizhenko. Nei 5000 maschili oro a sorpresa al keniano Limo (13'32"55) davanti all'etiope Sihine (13'32"81) con l'Australia che ha conquistato uno storico bronzo nella specialità con Mottram (13'32"96). Nelle staffette 4x400, entusiasmanti vittorie per la Russia in campo femminile (3'20"95) e per gli Usa nella gara maschile (2'56"51). G. Esp.