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OCCHI PUNTATI SU...

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Oggi, alle 13.20, l'ultima fetta nobile dell'atletica nazionale viene affidata alle sorti della maratona maschile. Al punto in cui stanno le cose, per riempire le crepe createsi in sette giorni di gare, a Stefano Baldini e compagnia, per dirla con una frase tanto ad effetto da rasentare la retorica, più che il coraggio occorrerebbe l'eroismo. Ai nostri specialisti il coraggio non fa certo difetto, al coraggio sapendo abbinare piena coscienza delle loro possibilità. C'è una filosofia speciale, che nasce dal cervello prima ancora che dai muscoli, che sorregge l'anima di chi ha dinanzi quarantadue chilometri, quando i pensieri si riempiono di lontananze. Quella filosofia Baldini è stato capace di esaltare in molte occasioni. L'apoteosi registrata nella scorsa stagione sul traguardo di Atene, in quello che gli anglosassoni sono usi definire con efficace metafora «, fa parte della storia della società italiana, nella sua interezza. Alla vigilia, il campione olimpico è apparso molto prudente nelle previsioni, molto più di quanto lo avesse mostrato ad Atene. C'è una ragione: almeno sei atleti hanno identiche possibilità di successo del nostro. Quanto agli altri italiani, attenzione particolare merita Alberico Di Cecco, nono alle scorse Olimpiadi, salito di quotazioni dopo la perentoria affermazione conseguita nello scorso marzo nella maratona di Roma.

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