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Peppe, se ci sei batti un colpo

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È primatista italiano di salto con l'asta. È tesserato per un glorioso sodalizio militare, il gruppo sportivo della Guardia di Finanza. È allenato da Vitaly Petrov, tecnico che costruì magistralmente la carriera del più grande astista di tutti i tempi, Sergej Bubka. È campione mondiale in carica in virtù dei 5 metri e 90 centimetri realizzati allo stadio St-Denis di Parigi nel 2003. Ha conquistato di forza la medaglia di bronzo agli ultimi Giochi di Atene. È uscito formalmente indenne da una inchiesta che nel maggio della scorsa stagione coinvolse in una complessa faccenda di doping centinaia di medici, di farmacisti e di personaggi dello sport. Questi i dati obiettivi. Il resto, i litigi con la fidanzata, il cambio del procuratore, la contrarietà espressa a viva voce per l'ingresso negato nella Casa Italia allestita ad Helsinki al fisioterapista personale, il pessimo rapporto con il responsabile tecnico della nazionale Antonio Silvaggi, è cronaca spicciola, e talvolta banale pettegolezzo, utile per enfatizzare i titoli. Dunque interessa meno, almeno oggi. Potremo farlo più avanti. È noto, peraltro, come le polemiche e le uscite fuori luogo facciano parte del personaggio. Lo stesso allenatore Petrov ha suggerito che l'atleta possa (debba) avvalersi in futuro di un'assistenza psicologica utile a sostenere con maggiore equilibrio gli urti e le intensità dell'agonismo di vertice, non ultimi i rapporti con la società d'appartenenza, con i tecnici ed i dirigenti federali e con i rappresentanti della stampa. È quindi prevedibile che stasera o domani, dunque a mente calda o fredda secondo l'ora di chiusura della finale in cui è impegnato, Gibilisco non si smentisca, aprendo bocca e dandole fiato. Sopravviveremo. Unico lamento che non vorremmo ascoltare, alibi inaccettabile ove l'esito sia negativo, assegnarne responsabilità al vento, da sempre padrone della pedana finlandese. Il vento, ad Helsinki come a Roma, è uguale per tutti. Fu così anche nel 1983, prima edizione dei campionati mondiali, ed un diciannovenne Sergej Bubka dimostrò fin da allora cosa significhi avere la testa sulle spalle. D'altra parte, è noto come il salto con l'asta sia, tra le specialità dell'atletica, la più avventurosa e spericolata, sfida costante alle leggi della gravità, dovendo salire all'altezza di un secondo piano di una normale palazzina. Un terno al lotto, s'è detto. L'altro ieri, nella bufera d'acqua e di vento che ha imperversato sullo stadio, le qualificazioni hanno tolto di mezzo più d'un concorrente. Soprattutto, tra i più temibili, l'australiano Hooker e lo statunitense Stevenson, secondo ai Giochi di Atene. Se l'asta è dunque un terno al lotto, Gibilisco da Siracusa è nelle condizioni di giocarselo.

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