Furia Carraro
Così ieri pomeriggio Franco Carraro ha confermato il previsto slittamento della composizione dei campionati e dei calendari della prossima stagione calcistica originariamente previsti per oggi. Una decisione presa in attesa di conoscere le motivazioni che hanno determinato l'ordinanza del giudice genovese («Come detto ieri sera a Gianni Letta» ha precisato Carraro) accompagnata, però, da parole molto dure su di essa, definita «abnorme» in quanto «emessa in totale carenza di giurisdizione» in base alla legge 280/2003. «La decisione crea un gravissimo danno sportivo, morale ed economico in tutta l'organizzazione calcistica e il rinvio dell'inizio dei campionati a dopo il 28 agosto è impossibile per il decreto Pescante-Urbani», ha ripetuto Carraro. E ancora: «Ringraziamo Petrucci per aver ribadito l'autonomia della giustizia sportiva. Io, come presidente della Figc, ho solo il dovere di applicare le sue norme. Punto e basta. Ora una modifica ai campionati è improponibile, poiché il loro format va stabilito l'anno prima. Il Genoa verrà deferito alla Procura Federale per eventuali sanzioni nel campionato di serie C», che significa la possibilità di un'ulteriore penalizzazione di tre punti in classifica che farebbero partire la società rossoblu da -6. «Senza il caso-Genoa sarebbe finito tutto ieri con il Consiglio di Stato e con la bontà dei cinque gradi di giudizio previsti dalla legge. Ma purtroppo è stato commesso un illecito e non possiamo mettere la testa sotto la sabbia» ha detto Carraro, usando le stesse parole con cui lunedì gli si era rivolto Preziosi chiedendogli spiegazioni su altri scandali e altre intercettazioni telefoniche che hanno agitato il nostro calcio e delle quali non si è più parlato. «La Covisoc si riunirà domani o dopodomani (oggi o domani) per esaminare la situazione della Reggina e delle lettere che il presidente del Bologna Cipollini ha inviato ai consiglieri federali — ha spiegato il capo della Federcalcio — noi in Consiglio federale non abbiamo mai visto il fascicolo della Reggina, perchè questo è un compito che spetta, in base alla nostra delibera del 15 marzo scorso, alla Covisoc: le ammissioni ai campionati le decide la Covisoc. Nel prossimo Consiglio Federale parleremo anche di queste cose, della Reggina e delle lettere di Cipollini», ha chiarito Carraro. Tutto comunque è rinviato a dopo martedì 16, dunque, giorno in cui il Genoa proverà a convincere il giudice Vigotti a confermare l'ordinanza dell'altro ieri e, di conseguenza, ad ordinare con decreto alla Figc di iscriverlo in serie A e in cui, invece, gli avvocati della Figc (cotituitasi in giudizio) mireranno a far valere quanto scritto nella legge 280/2003 per farlo recedere e costringere il Genoa alla C1 come stabilito dai processi sportivi. Una legge così chiara (in cui fu convertito il cosiddetto decreto «stoppa-Tar» approvato dopo il caso Catania e i successivi ripescaggi dell'estate 2003) che rende difficile comprendere il perché dell'ordinanza del magistrato genovese. Quella legge, infatti, dà piena autonomia alle federazioni sportive sia nel sanzionare i casi disciplinari che nello stabilire la composizione dei vari campionati e stabilisce che ogni giudizio contro atti del Coni o delle Federazioni Sportive, completato il suo iter nei tribunali dello sport, diventa di competenza del Tar del Lazio e, in appello, del Consiglio di Stato, rendendo incompatibile la giurisdizione di ogni altro tribunale civile. Tanto che già l'anno scorso il Napoli provò a scavalcarla con un ricorso simile a quello del Genoa, ma poi, in sede dibattimentale, lo stesso dottor Mungo (autore del provvedimento d'urgenza) dichiarò l'incompetenza del Tribunale Civile in materia proprio in virtù del rispetto dovuto alla legge 280/2003. Sarà così anche stavolta o, dopo l'ud