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MONDIALI DI ATLETICA

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È ancora Bekele il re dei 10.000La Williams domina i 100. Alla svedese Bergqvist l'oro del salto in alto

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Così ha tagliato il traguardo dei 10mila iridati il campione olimpico Kenenisa Bekele dal cuore infranto per la perdita improvvisa della sua giovanissima fidanzata, Alem Techale, colta da un infarto mentre la coppia correva tranquillamente, a inizio anno, nelle terre di Arrarat. A lei il primatista mondiale ha dedicato la sua ennesima vittoria iridata arrivata questa volta in una gara tattica dove l'Etiopia ha provato ad imporre la solita tripletta. Il podio ricalca pari passo nelle prime due posizioni quello di Atene: oro a Bekele(27:08.33) davanti al connazionale Sileshi Sihine (27:08.87) mentre il bronzo è andato a sorpresa al 20enne keniano Moses Mosop, che ha scelto l'occasione migliore per stabilire il nuovo primato personale (27:08.96) dimostrando che è possibile combattere lo strapotere etiope nel mezzofondo prolungato. E' Lauryn Williams la regina dei 100 metri che ancora una volta parlano americano. L'argento di Atene ha spiazzato tutte con una partenza super ed un lanciato imprendibile che avevano già stupito in semifinale. «Ho corso una gara perfetta» ha detto la 22enne studentessa di finanza a Miami autrice di un buon 10.93. L'argento è andato alla giamaicana Veronica Campbell (10.95) che proprio sul filo del traguardo ha bruciato la più quotata Cristine Arrone (10.98). La mamma volante francese ha sfiorato la grande impresa ma si è alzata troppo presto dai blocchi non riuscendo ad esprimere la velocità necessaria in fase di avvio. La campionessa olimpica Nesterenko è stata solamente ottava (11.13). Si conferma grande la Svezia nel salto in alto. Torna a volare Kajsa Bergqvist dopo la rottura del tendine d'Achille di due anni fa. Lei si ritiene una miracolata perché temeva di non poter più camminare ed invece ieri sera, nonostante la pedana bagnata, ha valicato 2.02 attaccando in modo convincente il record del mondo con l'asticella posta a 2.10. Piazza d'onore per l'americana Chaunte Howard (2.00) con l'altra svedese Emma Green sul gradino più basso del podio grazie al primato personale (1.96). Docus Inzikuru è la prima atleta a scrivere il suo nome nell'albo d'oro dei 3000 siepi femminili che hanno esordito nello stadio olimpico finlandese. L'allieva di Renato Canova è stata coraggiosissima con un passaggio velocissimo al primo chilometro (sotto i 3 minuti). L'ugandese ha concluso la sua fatica in 9:18.24 precedendo l'elegante russa Yekaterina Volkova (9:20.49) e la possente keniana Jeruto Kiptum al record nazionale (9:26.95). Doppietta della Bielorussia nel lancio del martello con Ivan Tikhon che ha dovuto attendere il terzo lancio (dopo due nulli) per superare la fettuccia degli 80 metri e confermarsi al vertice mondiale stabilendo il nuovo record dei campionati con 83.89. Il suo connazionale Vadim Devyatovskiy gli ha reso la vita difficile ma alla fine ha dovuto accontentarsi dell'argento (82.60) mentre il bronzo è andato al campione olimpico di Sydney 2000, il polacco Szymon Ziolkowski (79.35). Esordi importanti, quelli di oggi, per gli azzurri ai Mondiali di Helsinki. Affronteranno qualificazioni e turni eliminatori Franceso Pignata (giavellotto), Giuseppe Gibilisco (asta), Andrew Howe e Koura Kaba Fantoni (nei 200 ha invece rinunciato Marco Torrieri per concentrarsi sulla staffetta), Andrea Barberi (400), Fiona May (Lungo) e Paolo Camossi (triplo) con il compito di «distendere» l'aria nervosa che inevitabilmente si respira in un ambiente che dopo tre giorni di gare e diversi assi nella manica è ancora all'asciutto di medaglie, tanto che il presidente della Fidal Franco Arese ha programmato per ieri (dove nessun azzurro era impegnato nelle competizioni) una riunione al Villaggio nel tentativo di serrare le file della squadra italiana.

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