Isinbayeva la regina dei cieli
Al contrario, furono in molti a turarsi il naso, individuando in un esercizio in cui essenziale è la componente muscolare - compiuto imbracciando un attrezzo su cui scaricare il carico impressionante dell'energia cinetica prodotta con una rincorsa media di diciotto passi - l'anticamera per l'apertura di nuove frontiere al doping nel settore femminile. Ma, come ogni novità, il salto con l'asta in mano alle donne fu in rapida successione velocemente metabolizzato. Da quando ne è protagonista una ragazza nata ventitre anni fa a Volgograd, un approdo iniziale nella ginnastica, un esordio in pedana avvenuto nel 1997 con 3.30, un fisico da ballerina da prima fila, ma da prima fila di classe, la specialità è divenuta una delle più spettacolari del programma atletico. Yelena Isinbayeva scenderà in pedana oggi, nella controra finlandese, per la qualifica alla finale. La misura è fissata a metri 4 e 45, imbarazzante ed ai limiti delle possibilità per molte concorrenti, poco più di una formalità per l'atleta russa. L'appuntamento decisivo viene rimandato al 10 agosto, data della finale. Il 22 luglio scorso, al Crystal Palace di Londra, l'olimpionica di Atene ha violentato uno dei limiti dello sport valicando, al primo dei tre tentativi a disposizione, i 5 metri, migliorandosi nel giro di dieci minuti di cinque centimetri e sconfessando quanti ritenevano, secondo la più banale delle interpretazioni, come alla base dei suoi miglioramenti del primato mondiale, centimetro dopo centimetro, fosse la più arida delle leggi di mercato. Quel valicamento era riuscito ufficialmente agli uomini nell'aprile del 1963, a Filadelfia, ad opera d'un ragazzo di vent'anni, Brian Sternberg. Appena qualche mese dopo, compiendo nel corso di un allenamento un doppio salto mortale all'indietro, Sternberg rimase inchiodato a terra con la colonna vertebrale irrimediabilmente compromessa, passando il resto della propria vita su una sedia a rotelle. Per parentela etnica, per identica, indiscutibile supremazia di cui è protagonista da quando si appropriò definitivamente, era il luglio dello scorso anno, con 4.89, del primato mondiale, sono in molti ad accomunare le imprese di Isinbayeva a quelle realizzate negli anni Ottanta e Novanta da Sergej Bubka. Il fenomenale astista ucraino bloccò i suoi primati, tra gare all'aperto ed al chiuso, a quota trentacinque. L'atleta di Volgograd è già approdata a quota diciassette. Ma il futuro prossimo e meno prossimo, iniziando da Helsinki, è tutto nei ventitre anni di una ragazza cui le testimonianze assegnano alto gradimento per le canzoni di Celentano e Toto Cutugno.