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Ivano, ultimo esempio di impegno e silenzio

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Si parte dalla venti chilometri di Marcia: l'italiano tra i favoriti (Rai Due ore 17.40)

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Un russo traccagno di Vutno Udmurtiya lo privò del sogno iridato sul traguardo di Siviglia, campionati mondiali del 1999, distanza 50 chilometri, tirata da bestie. Dopo quasi due anni, un'imprevedibile ed imprevista mannaia cadde sulla testa di German Skurygin, scoperto con i muscoli imbottiti di ormoni gonadotropi corionei, sostanza che il solo sillabarla provoca l'orticaria. E così, un ragazzo nato ventitré anni prima nella cintura milanese, coltivato negli ambienti ideali della Riccardi di Renato Tammaro, poi approdato nel grembo ospitale delle Fiamme Gialle, raccolse con due stagioni di ritardo un sogno smarrito nella calura andalusa ed un titolo mondiale ormai dato per disperso. Ivano Brugnetti compirà ventinove anni il 1 settembre. Quel titolo ripescato in extremis avrebbe in futuro fatalmente condizionato superiori ambizioni ove l'imbecillità di qualche oscuro notabile del Comitato Olimpico Internazionale, volta a cancellare la specialità della marcia dal programma dei Giochi quadriennali, fosse prevalsa. Non accadde. Ragionevolezza, peso della tradizione ed influenza della Federazione interessata respinsero al mittente il misfatto regolamentare. Non accadde, ed Ivano Brugnetti, sceso sulla distanza più breve dei 20 chilometri, illuminò il traguardo di Atene, lo scorso anno, baciando la terra greca, avvolgendosi nella bandiera tricolore come un eupatride dell'Areopago e salendo al primo posto del podio. Nella giornata inaugurale dei Mondiali, pur ricca, anche in chiave italiana, di spunti, gambe e cuore del nostro marciatore occupano il posto di rilievo, a partire dalle 17.40, partenza della 20 chilometri. Reduce da una preparazione incoraggiante, seguito da un tecnico accorto come Antonio La Torre da Manfredonia, Brugnetti è l'ultimo esempio di una specialità che ha sempre onorato lo sport italiano, una specialità dove combinare correttezza di gesto con il ritmo frenetico dei passi è scrupolo massimo d'ognuno, dove impegno e silenzio sono quotidiani. E dove i traguardi riempiono più gli spiriti che le tasche.A.F.

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