Genoa, parola alla Caf
I tifosi: strappiamo le tessere elettorali
Di fronte alla Caf (Roma, Hotel Aldovrandi) gli avvocati del club ligure cercheranno di ribaltare il pesante verdetto di primo grado della Commissione Disciplinare, che ritenendo la società direttamente responsabile di illecito sportivo l'ha retrocessa all'ultimo posto della B e, conseguentemente, in C1, più tre punti di penalizzazione. Per il Genoa la Caf è l'ultima speranza poiché, secondo il punto 3 dell'art.27 dello Statuto della Figc, nei casi di presunto illecito il giudizio della Corte presieduta da Cesare Martellino è irrevocabile. Per questo gli avvocati genoani oltre che sperare in un intervento in extremis del Garante della Privacy che dichiari inutilizzabili le intercettazioni telefoniche, si apprestano a fare di tutto per ottenere una sentenza favorevole. Un obiettivo difficilissimo, specie alla luce delle motivazioni scritte dalla Disciplinare, ma per raggiungere il quale proveranno anche a chiedere la sospensione del giudizio e il rinvio degli atti all'Ufficio Indagini della Figc per via di alcune irregolarità procedurali da loro elencate nelle circa 80 pagine del ricorso. In sostanza per loro le indagini vanno rifatte dall'inizio perché le intercettazioni telefoniche usate dall'accusa non sono da considerare valide in quanto ottenute violando la privacy di una stanza d'albergo e, soprattutto, nell'ambito di un'altra indagine (relativa a carte di credito clonate), cosa che le rende non trasferibili ad un procedimento diverso da quello per il quale furono autorizzate; perché dagli atti della Disciplinare risulta che il procuratore capo Frascione e un suo assistente sono entrati in Camera di Consiglio violando la par condicio con la difesa, che ad essa non ha mai preso parte; perché esistono tante incongruenze nell'indagine stessa. A questo, poi, andrebbero aggiunti il giallo dell'e-mail scritta dal presidente della Disciplinare Franchini ad un avvocato genovese sulla sentenza («Se mi viene a trovare le parlerò di vicende extracalcistiche che riguardano aziende e che - la mia è solo un'impressione - hanno e devono contare molto» scrisse Franchini) e la dimostrazione che i famosi 250mila euro trovati nell'auto di Pagliara erano solo l'acconto per l'acquisto di Maldonado. Da qui la voglia di reagire con mille iniziative proposte in queste ultime ore dai tifosi più attivi. Si va dalle azioni «politiche», come la distruzione in massa dei certificati elettorali, forse già stasera in piazza al Porto Antico, a quelle un po' meno pacifiche, come l'idea di creare problemi allo svolgimento delle gare del prossimo campionato.