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Mondiali di nuoto, Ciampi si congratula con Petrucci

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Un telegramma a Petrucci per gratificare l'ottimo risultato della spedizione azzurra ai Mondiali di nuoto In Canadda l'ultimo acuto, colorato d'argento, è stato di Marin. Che segue le orme dell'altro grande protagonista, Magnini. A Pesaro, per gli Assoluti di nuoto, che iniziano giovedì, saranno tra i più festeggiati. Filippo Magnini e Luca Marin sono gli uomini d'oro del nuoto azzurro. I nuovi primatisti azzurri. Insieme a Federica Pellegrini e Tania Cagnotto rappresentano il futuro dell'Italia della piscina. Ma anche il presente è luminoso. Erano arrivati in Canada da esordienti e in una settimana hanno scalato le classifiche mondiali con estrema naturalezza e determinazione. Filippo Magnini ha vinto la finale dei 100 stile libero e su quella medaglia (storica per i nostri colori) ha fatto incidere il nome, la data, il tempo di 48"12 e il nuovo nick-name che da «Pippo» è passato a «Magno». Luca Marin è arrivato secondo nei 400 misti vinti dall'ungherese Cshe col record europeo, ma la sua medaglia d'argento vale oro. Per il modo con la quale l'ha ottenuta, dopo averla sognata per un anno e inseguita durante le otto vasche della piscina del Parc Jean-Drapeau concluse in 4'11"67. Entrambi hanno una storia di sogni e premonizioni che li lega ai successi. «Mia sorella Laura - racconta Filippo - la notte prima della finale aveva sognato la medaglia d'argento con 48"14. Poi quando si è svegliata ha pensato che con quel tempo sarei potuto arrivare anche primo». «Prima delle gare importanti scrivo sempre il tempo che voglio fare su un biglietto - rivela Luca - e l'ho scritto anche questa volta. L'ho nascosto in camera senza farlo vedere a nessuno e quando siamo rientrati in camera ho chiesto a Filippo di leggerlo». Ventitre anni Magnini, diciannove Marin. Di Pesaro e trapiantato a Roma dove nuota per la Larus il primo, di Vittoria e ancora legato alla sua società di origine il secondo. Oggi per il campione siciliano arrivano i complimenti del Ct azzurro. «Luca è stato eccezionale - ha commentato Alberto Castagnetti - prima che scendesse in acqua gli ho detto che poteva migliorava il suo tempo. Mi ha risposto che a lui non bastava, che voleva nuotare in 4.11».

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